Come spesso capita l’infezione da “Covid 19” provoca una Polmonite che noi chiamiamo “interstiziale” perché colpisce il Polmone profondo: quello deputato agli scambi di Ossigeno. Se la patologia si aggrava anche gli alveoli vengono occupati da cellule infiammatorie. Si crea una grave carenza di Ossigeno nel sangue perché il Polmone non è in grado più di assorbirlo. Il paziente si difende cercando di “tirare” più aria possibile: quello che si chiama “volume minuto”. Figuratevi che nel soggetto normale siamo nell’ordine di 6-8 litri/ minuto. Nel soggetto con Covid il paziente “tira” anche 20-30 litri di aria/min,con uno sforzo eccessivo e severa depressione endopleurica, che provoca paradossalmente ulteriore danno al Polmone. In tali casi, oltre che ossigenare il paziente bisogna alleggerire lo sforzo che fa il paziente, a tutti i costi! Ecco allora nelle prime fasi la ventilazione assisitita con “ Casco” . Nel nostro ospedale si pratica in Rianimazione (essendo privi purtroppo di un reparto Pneumologico….!) Tale procedura se ben fatta, anche con la “pronazione” da sveglio, riesce ad evitare l’intubazione che molta responsabilità ha nella sindrome post Covid. Peccato quindi che i pazienti non abbiano nella nostra città un riferimento specialistico che li potrebbe, come vi ho detto, aiutare tantissimo, lasciando ai bravi e stressati colleghi della Rianimazione i casi più gravi. Elio Virone