Pubblicato il: 27/07/2013 alle 14:53
Anche Caltanissetta si mobilita per il referendum sulla giustizia. Lunedì 29 luglio a partire dalle ore 18.30, nei locali dell'Istituto Testasecca di viale della Regione, sarà possibile sottoscrivere la petizione “promossa dai Radicali Italiani e condivisa dal Popolo delle Libertà. Anche la segreteria provinciale del Pdl si è attivata per la campagna referendaria denominata “Per una giustizia giusta”. Previsto anche un incontro per discutere della tematica, con gli interventi di Michele Campisi – sindaco di Caltanissetta – e Alessandro Pagano, deputato nazionale del Pdl. Ecco le proposte racchiuse nel referendum.
Per la responsabilità civile dei magistrati. Il magistrato è l’unico soggetto appartenente ai pubblici poteri che quando sbaglia non paga. Il legislatore sconta la mancata rielezione, il ministro la revoca dell’incarico: il magistrato, invece, nulla. Anzi, a volte viene promosso. Perché non si ripeta più un caso Tortora. Ovviamente l’errore non investe l’interpretazione delle norme, dei fatti o delle prove.
Per la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici: è un diritto del cittadino essere giudicato, come avviene in tutte le democrazie occidentali, da un “giudice terzo”, obiettivo e imparziale. Obiettività e imparzialità che si ottiene, come diceva Giovanni Falcone, solo separando le carriere del Pubblico Ministero e del Giudice. L’arbitro, per essere imparziale, non può aver militato nelle fila di una delle due squadre contrapposte.
Per il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo: centinaia di magistrati attualmente dislocati nei vertici della Pubblica Amministrazione, uffici legislativi e gabinetti ministeriali, devono tornare alle loro funzioni originarie, così da smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati, destinati inesorabilmente a diventare carta straccia per prescrizione. Occorre porre un freno a questo fenomeno, per garantire tra l’atro la effettiva separazione dei poteri ed eliminare la commistione tra magistratura e alta amministrazione.
Contro l’abuso della custodia cautelare: perché attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati, e restano in carcere in attesa di processo per mesi, in condizioni incivili. Perché il carcere preventivo, cioè prima della sentenza di condanna, si applichi solo per reati gravi. Lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subito una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Con questo referendum si intende quindi limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva.
Per l’abolizione dell’ergastolo: perché vogliamo sia applicata la Costituzione. La detenzione deve avere, come finalità la rieducazione del condannato: è un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita e il “fine pena mai”. Abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale. In molti Paesi europei, e non solo europei, l’ergastolo non è previsto neppure come ipotesi. Quello che deve essere chiaro, al di là delle opinioni politiche e personali, è che la nostra Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. E il ‘fine pena mai’ è incompatibile con questo principio costituzionale.