Pubblicato il: 26/09/2013 alle 11:25
Per il Pd siciliano la pratica e' chiusa. “C'e' perfetta sintonia tra Pd nazionale e quello siciliano sulla scelta di ritirare l'appoggio al governo Crocetta. Nessuno deve ratificare alcunche'”, ribadisce il segretario Giuseppe Lupo. Secondo il governatore, pero', tornato da Roma con modesti risultati, non essendo riuscito a incontrare i vertici democratici, nulla e' scontato. Crocetta spiega che, se e' vero che non e' riuscito a vedere Guglielmo Epifani, “e' vero pure che ho parlato con lui al telefono. Mi ha rassicurato sul fatto che il caso siciliano ha una valenza nazionale e che intende occuparsene in prima persona, attivando un tavolo con il partito nazionale e siciliano e con l'esecutivo”.
E se la pax non fosse possibile? Resta la strada delle ‘intese larghe'. “Non mi faro' logorare”, assicura ai suoi. Il presidente si dice ottimista circa la possibilita' di ricucire e lascia aperta la porta al dialogo. Persone a lui vicine, pero', spiegano che e' anche preoccupato. Un brutto segnale e' ritenuto, ad esempio, il siluro lanciato ieri dal Pd in occasione del varo all'Ars della legge sull'Irsap, l'istituto regionale per lo sviluppo delle attivita' produttive, e che ha demolito le modalita' di costituzione della governance in forza delle quali il presidente era riuscito a mettere al vertice un fedelissimo. Ma colpi simili i democratici si apprestano ad assestarli su altri provvedimenti che stanno al cuore all'inquilino di palazzo d'Orleans: l'istituzione delle citta' metropolitane, il sistema dei rifiuti e forse anche il piano dei consorzi dei Comuni da approvare entro l'anno.
Tasselli del puzzle crocettiano che, in assenza di novita', sono destinati a saltare, non resistendo alla guerra aperta tra il Pd e il politico di Gela. Sebbene qualcuno che gli e' molto vicino giura che non sia disposto a farsi logorare. Cosi' continuerebbe serrato il dialogo sotto traccia con gli autonomisti e porzioni del centrodestra per nulla intenzionati a far saltare governo e legislatura e che potrebbero puntellare una nuova maggioranza fondata su una sorta di ‘patto istituzionale', di ‘intese allargate' che vedrebbero coinvolti anche pezzi del Pd, dai renziani a settori del correntone Nuovo corso rappresentato in giunta da Mariella Lo Bello, la prima a escludere con decisione le proprie dimissioni dalla giunta