Pubblicato il: 22/01/2022 alle 10:36
“Nel territorio del distretto, “Cosa nostra” è stata l’organizzazione mafiosa di principale riferimento, dedita al traffico degli stupefacenti e, in misura minore, laddove permaneva ben strutturata una famiglia tradizionale di Cosa Nostra (Pietraperzia e Barrafranca), al controllo dell’economia legale, soprattutto nel settore dell’edilizia, del movimento terra, della raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei relativi appalti, dell’agricoltura, grazie all’illecito accaparramento di lotti di terreni, anche demaniali, poi utilizzati per ottenere illecitamente pubblici contributi,, mantenendo capacità di infiltrazione anche nei territori di altre Regioni (Lombardia) oltre che in paesi stranieri (Germania, in particolare)”.
Lo ha detto la presidente della Corte d’Appello Maria Grazia Vagliasindi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto della Corte d’Appello di Caltanissetta soffermandosi sul tema della criminalità organizzata. “L’attività assolutamente prevalente e maggiormente remunerativa – ha continuato la presidente Vagliasindi – è stata quella del traffico degli stupefacenti, “importati” da fornitori catanesi o palermitani e in alcune occasioni direttamente da famiglie calabresi L’attività estorsiva, in particolare quella nei confronti dei piccoli esercenti, è rimasta tradizionale fonte di reddito criminale ed è finalizzata al controllo del territorio da parte dell’organizzazione criminale. Ha operato a Caltanissetta, per la prima volta, nel settore degli stupefacenti anche un’organizzazione nigeriana idealmente riconducibile ad organizzazioni criminali tradizionali nigeriane (“Eye”) con caratteristiche inequivocabilmente mafiose (riti di iniziazione, sostegno economico agli affiliati, sostegno ai detenuti, omertà, ricorso sistematico alla violenza)”.