La Sicilia si trova più che mai coinvolta nel clima da guerra fredda scaturito dal braccio di ferro tra Russia e Nato che, dal confine ucraino si è spostato fra fine gennaio e inizio febbraio, sul Canale di Sicilia e nel Mediterraneo. Lo scenario, che ha visto la flotta russa muoversi verso il Mar Nero seguita a distanza da portaerei italiane, tedesche e spagnole e da pattugliatori di Sigonella, ci ha catapultati in una situazione pericolosa, visto il livello di militarizzazione del territorio siciliano e in particolare il ruolo di strutture come Sigonella e il MUOS di Niscemi nelle strategie di guerra della NATO e degli Stati Uniti. La riflessione, che non abbiamo mai smesso di fare in questi anni, è che la nostra isola è una pedina importante nello scacchiere militare mondiale, proiettata – malgrado l’avversa volontà dei suoi abitanti – sempre più verso conflitti vicini e lontani, e, pertanto, rappresenta un obiettivo strategico da colpire da parte di eventuali avversari del blocco USA-NATO.
Il potenziamento delle strutture radaristiche della Marina militare a Favignana e a Porto Palo di Capo Passero, che in questi giorni sta allarmando le popolazioni delle due località, non è che la conferma di quanto pesi sul presente e sull’avvenire della popolazione l’ipoteca rappresentata dalla presenza di impianti di guerra e di morte di portata internazionale. Nel contempo, lo scontro in atto tra Russia e Stati Uniti sui gasdotti, che non solo si gioca sui giacimenti del Mediterraneo, a poche miglia dalle coste siciliane, ma anche sul piano dei ricatti e delle ripicche economico-finanziarie, ha portato all’aumento stratosferico delle bollette di luce e gas: in pratica viene scaricato sulla popolazione il costo di aumenti provocati dalle strategie delle grandi potenze e del loro corollario di alleati e satelliti. La questione energetica è sempre più gestita a livello militare, e lo sarà sempre più negli scenari futuri.
Per il Movimento NO MUOS non ci sono altre soluzioni a questi problemi se non la piena smilitarizzazione della Sicilia, nel quadro di un più generale disarmo. L’autodeterminazione dei popoli sarà destinata a rimanere una parola vuota finché resterà schiacciata da interessi militari, da commerci di armamenti, da politiche imperialiste. I guasti di questa politica, come l’aumento vertiginoso delle bollette energetiche, li devono pagare i ricchi e i responsabili della rapina delle risorse del Pianeta.
Movimento NO MUOS