In cinque hanno ammesso le loro responsabilità sui furti commessi in città tra l’aprile e l’agosto del 2020 e costati loro l’arresto da parte della Polizia. Ad ammettere di essere responsabili di una serie di episodi di furto e ricettazione, contestati loro a vario titolo, i nisseni Salvatore Giannone, 22 anni, Alessio Pio Raul Naselli (24), Mattia Dario Castore (27, nativo di San Cataldo), Salvatore Samparisi (33) – per cui era stato inizialmente disposto il carcere – e Marcela Cirincione (33, nata in Romania), finita invece ai domiciliari, mentre Daiana Fiandaca (34) ha respinto ogni accusa; ha invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere Giuseppe Lombardo (40). Per gli ultimi due, nell’ordinanza, il gip aveva disposto l’obbligo di presentazione in Questura.
Nel pomeriggio di lunedì il gip David Salvucci, ultimati gli interrogatori, ha concesso gli arresti domiciliari a Castore (difeso dall’avvocato Francesco Augello) e Naselli (difeso dall’avvocato Massimiliano Bellini), accogliendo le richieste dei loro legali. A comporre il collegio di difesa anche gli avvocati Maria Francesca Assennato, Salvatore Alfano, Giacomo Butera e Vanessa Di Gloria. Tra gli episodi finiti al centro delle indagini i furti al liceo musicale “Bellini” di Caltanissetta, da cui erano stati rubati dei candelabri e anche un basso tuba e un’arpa. Candelabri e basso tuba erano stati rubati da altre due persone, solo che in questo caso i proventi del furto erano stati acquistati da Lombardo, finito nei guai per ricettazione. Nella trattativa avrebbe anche avuto un ruolo Naselli, che è finito nei guai a sua volte per ricettazione; reato, quest’ultimo contestato pure a Giannone per il furto del mixer e delle casse acustiche alla scuola “King” per rivenderli.
Del furto dell’arpa rispondono invece Giannone e Castore. Nelle mire dei ladri era finita anche la chiesa di Santo Spirito, da cui, il 29 agosto 2020, furono rubati dei pluviali in rame e i responsabili del gesto sono stati identificati in Giannone e Naselli. Nell’agosto 2020 fu una famiglia a essere derubata di alcuni gioielli che erano custoditi in casa; secondo l’accusa, in questo caso, fu Samparisi a forzare una finestra utilizzando due crick meccanici, un pantografo e un cacciavite, e a rubare un orologio, bracciali, collane e orecchini di bigiotteria. Otto giorni dopo, sempre Samparisi – almeno secondo l’accusa – si era introdotto in un’altra abitazione e aveva rubato un paio di occhiali da sole del valore di circa 200 euro, oltre a un anello in oro bianco con incastonato un diamante del valore di circa 600-700 euro e un braccialetto in oro giallo.
Giannone e Naselli sono pure accusato di avere rubato le monetine dai distributori automatici piazzati all’interno del centro di raccolta rifiuti che si trova in contrada Cammarella; furto che risale al 13 settembre del 2020.
Samparisi e Cirincione, invece, rispondono di avere rubato – tra il 28 e il 29 maggio del 2020 – due tagliaerba, due motoseghe, una tagliasiepe ed una scatola contenente un congegno elettrico per apertura porte. Furto commesso dopo avere forzato la saracinesca di un magazzino.
Sempre Samparisi e Cirincione sono accusati di avere rubato, dall’auto di una commerciante, 400 capi di vestiario per bambini e una tenda tra il 6 e il 7 giugno 2020. In questo caso i due avevano trovato, sempre secondo l’accusa, l’aiuto di Daiana Fiandaca (accusata di favoreggiamento), la quale aveva tenuto nascosti i vestiti in casa sua. (Vincenzo Pane, La Sicilia)