Pubblicato il: 02/03/2022 alle 15:10
Associazioni, studenti delle scuole di ogni ordine e grado, rappresentanti dell’amministrazione comunale sono scesi in piazza questa mattina a Caltanissetta per dire no alla guerra. “Siamo qui per batterci per la difesa dei valori della pace in tutto il mondo e la lotta a ogni tipo di prevaricazione – ha detto la professoressa Marisa Sedita, presidente dell’associazione Dante Alighieri – se vogliamo difendere i valori per i quali fino ad ora ci siamo battuti l’unico modo è la soluzione diplomatica del conflitto. E’ implicita la solidarietà al popolo ucraino, perché loro sono gli oppressi di fronte all’oppressore. Oggi è l’Ucraina domani potrebbe essere un altro Stato. Noi le ragioni alla base del conflitto non le vogliamo neanche sapere, vogliamo semplicemente che si risolva tutto diplomaticamente”.
In provincia di Caltanissetta vivono una sessantina di immigrati ucraini ben radicati nel territorio. Questa mattina i nisseni hanno voluto far sentire forte la loro vicinanza a chi si trova ad affrontare il conflitto. “La fondazione dei Lyons nazionale – ha detto il notaio Giuseppe Pilato, intervenuto in rappresentanza dei Lyons e in qualità di presidente emerito del distretto notarile di Caltanissetta – ha destinato la somma di 20 mila euro, che ha già erogato, per l’acquisto di generi alimentari di vettovaglie, soprattutto coperte, abbigliamento, che sono stati già inviati alla frontiera tra ucraina e la Polonia nella quale si stanno convogliando la gran parte dei profughi ucraini. Ci stiamo preoccupando ovviamente più dell’aspetto umano che di quello bellico perché siamo convinti che prima o poi si arriverà a un accordo, a una soluzione diplomatica, nonostante stando alle vicende degli ultimi giorni, comprese quelle di stanotte, ci siano poche rassicurazioni. La cosa che più ci rattrista è stato vedere che ci sono bambini abbandonati, feriti, addirittura uccisi”.
“Il fine dell’Ucraina – ha detto l’avvocato Totò Pecoraro dell’associazione Ligabue – deve essere quello di essere neutrale, né con i russi né con gli americani. Perché se si schiera da una parte o dall’altra sarà sempre una ‘polpetta’ da conquistare sia da parte dei russi che della Nato. Della cessione di armi da parte dell’Italia ne penso tutto il male possibile. Il nostro Stato purtroppo segue a ruota gli Stati Uniti perché fa parte della Nato, ha le basi militari americane, per cui l’unica cosa che si può fare è quella di manifestare, esprimere il pensiero dappertutto contro ogni tipo di guerra”