Pubblicato il: 19/11/2013 alle 16:42
Secondo appuntamento con le interviste che Seguonews sta realizzando con i sostenitori degli aspiranti candidati alla segreteria nazionale del PD.
Dopo le dichiarazioni di Vito Margherita a sostegno di Matteo Renzi abbiamo intervistato Francesco Dolce per illustrare la validità del programma e la serietà di Gianni Cuperlo, principale competitor del sindaco di Firenze.
Una stima che si sta rivelando fondata visti i risultati ottenutni nella provincia di Caltanissetta dove Cuperlo ha raggiunto il 58% dei voti. Un’affermazione che Dolce sottolinea essere “netta e indiscutibile” non soltanto a livello provinciale (Cuperlo ha ottenuto la meglio su tre circoli su quattro nella città di Caltanissetta e ha ottenuto il 71% delle preferenze a Gela) e si colloca tra “le migliori performance raggiunte a livello nazionale”.
Come mai questo candidato sta ottenendo così tanto successo nonostante la mediaticità che nei mesi passati si è così ben costruito il suo diretto rivale Matteo Renzi? Ecco cosa ci ha raccontato Francesco Dolce.
Mi indichi tre aggettivi per definire Gianni Cuperlo
Democratico, competente e orgogliosamente di sinistra.
Questi appena definiti sono i suoi punti di forza. E, invece, (se ce ne sono) i punti deboli?
La modestia, il suo stile pacato e mai aggressivo che nel ring televisivo lo danneggiano, elementi che tuttavia possono divenire elementi di forza nella direzione di un partito.
Qual è la sua opinione in merito alla polemica sul “tesseramento gonfiato”?
I problemi nati in alcune province hanno generato confusione negli iscritti e negli elettori del PD, fornendo l'immagine di un partito alla spasmodica ricerca di consenso attraverso un tesseramento in alcuni casi eccessivo. A mio avviso l'errore più grosso è stato quello di consentire il tesseramento fino allo stesso giorno del congresso, quando invece sarebbe stato più utile bloccare la composizione della platea congressuale ad una data certa. In ogni caso credo sia opportuno sottolineare come la gran parte dei congressi si siano svolti regolarmente, privilegiando il confronto e il dibattito e non la ricerca del consenso nominalistico a tutti i costi.
Cuperlo nel suo programma parla di una “riscossa collettiva” che parte dal PD invitando a non promuovere chi è spinto dalla “volontà di un’affermazione personale”. Crede si riferisca a Matteo Renzi o al personalismo berlusconiano o alfaniano che caratterizza in questo momento il centrodestra?
Le impostazioni di tipo personale e l'idea di ‘un solo uomo al comando' possono essere presenti sia nel centrodestra che nel centrosinistra, questo é stato uno dei motivi che ci ha spinto ad appoggiare la candidatura di Cuperlo, il quale immagina il PD come un collettivo, nel quale il singolo iscritto e i circoli periferici svolgono una funzione fondamentale e le decisioni sulla linea politica del partito vengono assunte in maniera collegiale a tutti i livelli. Bisogna abolire il ricorso a quella odiosa pratica per cui poche persone decidevano per tutti.
Fino a che punto pensa che Renzi possa essere una minaccia per la vittoria di Cuperlo?
Renzi in queste settimane ha goduto di una sovraesposizione mediatica ed é evidente come questo possa avvantaggiarlo in vista delle primarie, tuttavia nulla é ancora certo e questo risultato eccezionale dalle province ci trasmette fiducia e ci proietta con determinazione verso l'appuntamento del prossimo 8 dicembre che deve vederci tutti mobilitati, perché prima di ogni cosa la giornata delle Primarie deve essere una giornata di festa e di grande partecipazione popolare.
E fino a che punto può essere una minaccia Civati?
In questo momento Civati é un ottimo outsider, non credo per quello che finora si é visto che possa insidiare Cuperlo e Renzi. La sua mozione nelle grandi linee é comunque molto più vicina a quella di Cuperlo che non a quella di Renzi.