Pubblicato il: 12/12/2013 alle 08:26
Anche all'Assemblea siciliana i parlamentari riceveranno una indennità pari a 11.100 lordi come prevede il decreto Monti, già applicata nei Consigli delle altre Regioni del Paese. I tagli sono stati appena approvati dall'Ars, che sta proseguendo l'esame del disegno di legge sulla spending review. Finora ogni deputato regionale ha incassato circa 19 mila lordi. La riduzione è di quasi 8 mila euro lordi al mese.
Per presidente dell'Ars, governatore della Regione e presidenti di commissioni è previsto un extra, fino a un massimo di 2.700 euro lordi al mese. Riduzione anche per gli assessori tecnici: l'indennità passa da circa 10 mila euro netti a 11.100 lordi. Nel testo in esame però non c'è alcun riferimento esplicito al decreto Monti, come chiesto dai grillini.
“Non ci credevate, vero? Per troppo tempo siamo stati autolesionisti, abbiamo sbagliato la comunicazione esterna. Alla stampa siciliana dico: dobbiamo volerci più bene, da oggi si cambia” dice il presidente dell'Assemblea siciliana, Giovanni Ardizzone, rivolto ai cronisti subito dopo l'approvazione dell'articolato del disegno di legge sulla spending review. Il voto finale al ddl è previsto la prossima settimana.
“Potevamo approvarlo prima questo ddl – ha aggiunto Ardizzone – Grazie a presidente commissione, e a tutti i capigruppo. 11.100 lordi, la massima somma 13.800 per presidente Ars e e presidente Regione. Ci siamo rigidamente attenuti a contenuti decreto Monti”. Ardizzone quindi lancia un appello ai deputati dei Cinquestelle: “Non potete non votare questa legge”.
Critici i 5stelle. “Questa legge passerà alla storia dell'Assemblea come la legge Savona-Ardizzone: voi avete cotto, servito e mangiato la pietanza e noi siamo solo spettatori. I nostri emendamenti sono stati sistematicamente bocciati o dichiarati inammissibili – commenta il capogruppo Cancelleri – una spending review alla siciliana molto, molto speciale. La tanto invocata specialità della nostra Regione quale strumento per far valere le peculiarità della Sicilia – affermano i deputati 5 Stelle – è stata mandata in soffitta dal Parlamento, che decide invece di essere speciale rispetto al resto delle Regioni sul mantenimento dei privilegi”.
Per i grillini “il Palazzo vince ancora su tutto e su tutti e così si tiene fermo l'agganciamento al Senato, mentre il decreto Monti per amor di pace diventa una cifra al momento indecifrabile: 11.100 per indennità e diaria, la cui determinazione viene demandata al Consiglio di presidenza dal quale il movimento 5 Stelle rimane ancora escluso. Chissà perché. Non indifferente sarà infatti quale parte costituirà la diaria esente da tasse e quale parte l'indennità invece tassata. Nessuna rendicontazione sulla diaria che verrà così erogata così come accade ad oggi a prescindere dalle effettive spese sostenute dal deputato per il vitto e l'alloggio a Palermo”.
Secondo il M5s “l'unica soddisfazione l'allineamento a quanto stabilito in conferenza Stato-Regioni per quanto concerne le spese dei gruppi parlamentari che da 2.400 mensili passano a 700 euro mensili per deputato. Nessun tetto massimo agli stipendi del personale della Regione e dell'Assemblea, come voluto dal Movimento, viene posto in essere – concludono – come se il costo del funzionamento della macchina burocratica regionale fosse legato ai compensi dei deputati che anche in questa circostanza sono stati bravi ad aggirare l'ostacolo. Solo una timida riduzione del 10% quale contenimento della predetta spesa, cifra ancora più bassa di quella voluta dallo stesso Savona”.