Riceviamo e pubblichiamo: "Ma quanto bisogna aspettare? Il rapporto tra cittadini e istituzioni è diventato sempre più difficile e pieno di diffidenza. Molto può fare carico alla inconsapevolezza della difficoltà di amministrare, atteso che il nostro apparato burocratico, malgrado i grandi proclami della politica, non è stato per nulla modernizzato, ma indubbiamente ci sono cose che non si riescono a comprendere e che comunque, chi è deputato ad affrontarle, dovrebbe avere almeno la sensibilità di spiegare quali sono le cause che non permettono alcuni interventi per i quali esistono già permessi, addirittura spese già impegnate e liquidate, e quindi non occorrono risorse o investimenti, o comunque in minima parte.
Potrei fare un elenco di attività incomprensibili, ma ne cito due ad esempio che ho seguito personalmente nella mia esperienza di Presidente della Pro Loco conclusasi lo scorso anno. Nel periodo in cui governava la città la Giunta Messana, venne acquistata un opera in bronzo, il Minatore morente, realizzata dallo scultore nisseno Scarantino. L’opera venne consegnata al Comune e depositata temporaneamente nel magazzino di Palazzo Moncada. Siamo alla terza amministrazione dopo Messana, e quindi sono passati ben 15 anni, e l’opera, che si prevedeva dover essere collocata alla Badia, giace ancora in magazzino. Si sono persino perse le tracce del basamento che era depositato ancora qualche anno fa dal marmista a cui era stato commissionato. Durante la Gestione Ruvolo, si affrontò il problema, ma nell’indecisione non se ne fece niente. Sono passati tre anni dalla gestione Gambino e ancora oggi, l’opera giace in un angolo del magazzino. Ho a più riprese proposto di collocare l’opera davanti all’ex rifugio, oggi indicato a museo di arte contemporanea, così come altri lo vedrebbero collocato nella rotatoria di via Xiboli sulla strada percorsa dai minatori per recarsi in miniera. In questi anni si sono sprecate milioni di parole in memoria dei Minatori e dei Carusi, ma la statua del Minatore morente è sempre in magazzino. Mi chiedo e chiedo? Ma quali sono le cause che ancora impediscono di portare a compimento un atto già deliberato, finanziato e liquidato?
La storia delle miniere fa a pari con la storia dello scultore Michele Tripisciano, che si ricorda solo in occasione di ricorrenze e poi si tralasciano attività che ne mettano in evidenza l’importanza. Lo scultore nisseno è noto soprattutto per le opere realizzate a Roma, la più nota il Monumento al Belli, poeta romano amato dai concittadini al pari di Trilussa. Fu la sua ultima opera, ma niente evidenzia le sue origini a Roma. Dovremmo essere orgogliosi di evidenziare le sue origini facendole conoscere al mondo. Da Presidente della Pro Loco ebbi l’opportunità di interessarmi affinchè venisse posta una targa ricordo al Monumento al Belli, nella quale si evidenziassero le origini nissene dello scultore. La pratica venne attivata con l’Assessore alla Cultura di allora, la Prof.ssa Marina Castiglione, che deliberò l’attività. Dopo un iter burocratico non facile, durante la sindacatura romana Marino, fummo autorizzati, ma non se ne fece nulla. Durante la sindacatura romana della Raggi, ho ripreso contatto con gli uffici romani, per una nuova autorizzazione che è stata rinnovata, e sollecitato più volte l’attuale Giunta Gambino.
E quindi? Direbbe qualcuno. Silenzio. Non si capisce perché mettere una targa a ricordo, è una cosa così complessa. Però, ogni anno, in occasione della ricorrenza della sua nascita, facciamo finta che Tripisciano è una cosa importante per la città. Molte chiacchiere e pochi fatti. E non è un problema di schieramento politico o di ideologia. Credo sia da addebitare alla scarsa sensibilità su alcune tematiche, specialmente culturali, da parte dei nostri governanti. Spero che queste mie brevi considerazioni siano di stimolo a chi ha il dovere di intervenire, e auspico che venga chiarito lo stato di stallo in cui versano alcune attività di facile attuazione. Da cittadino intendo ancora stimolare sul fare, e naturalmente sono pronto a contribuire personalmente alla soluzione dei problemi. Sono i cittadini che fanno la città, con il loro silenzio o con il loro dire". Giuseppe D'Antona (già Presidente Pro Loco di Caltanissetta)