Pubblicato il: 08/08/2022 alle 13:25
Si svolgerà Domenica 14 agosto, a Milena, il “Paese delle Robbe” in Provincia di Caltanissetta, la festa di Sant’Antonio Abate, giunta alla sua 126esima edizione consecutiva. Un appuntamento di fede e di folclore che nella seconda domenica di agosto di ogni anno rappresenta il clou dell’estate milenese. Per il quindicesimo anno consecutivo l’organizzazione dell’evento è curata dall’apposito Comitato, con il contributo dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Claudio Cipolla e la sapiente regia del Parroco, Don Luca Milia.
Negli ultimi due anni, a motivo dell’emergenza pandemica, le celebrazioni hanno dovuto fare i conti con le misure governative imposte per la prevenzione dei contagi da Covid-19. Coniugare il clima di festa con la regola del distanziamento sociale non è stato semplice ma, nonostante tutto, sebbene con modalità diverse da quelle tradizionali, la festa di S. Antonio Abate è stata comunque celebrata da tutta la comunità milenese. Si tratta di un unicum che merita di essere sottolineato, specie se si considera che altri eventi di uguale natura ma di caratura decisamente più elevata (il Festino di S. Rosalia a Palermo, la Festa di S. Agata a Catania) sono stati radicalmente annullati. Per questo motivo, alla Festa di S. Antonio Abate celebrata annualmente dalla comunità di Milena va riconosciuto un valore tanto caro alle cronache di questi mesi: la resilienza.
Quest’anno, comunque, la festa torna ai suoi antichi splendori, con la riconferma di tutto il programma di appuntamenti che scandiranno l’intera giornata e che comprende, tra l’altro, il suggestivo Corteo mattutino delle offerte votive, la Benedizione di tutti gli animali domestici sul sagrato della Chiesa Madre e la Processione pomeridiana per le vie del paese, il tutto all’interno di una cornice allietata dalle note della Banda musicale, dal rullo tradizionale dei tamburi e dagli spettacoli pirotecnici.
Le ricorrenze religiose celebrate nei mesi estivi nelle nostre comunità – afferma il Presidente del Comitato, Luca Caldiero – hanno carattere identitario: sono al tempo stesso feste cristiane e feste di popolo, capaci di esprimere una tradizione ritenuta “di valore” e anche un presente. Per questo, fino a quando ci sarà il popolo, ci sarà anche la sua festa. Abbandonare questi appuntamenti significherebbe privare ogni comunità di un pezzo importante della propria identità e ciascuno di noi ne uscirebbe impoverito. Per scongiurare che ciò accada è necessario che la ripartenza di questi mesi coinvolga tutto il tessuto sociale di ogni singola comunità, senza tralasciare alcun aspetto (feste patronali incluse) e senza tralasciare nessuno. Solo così, la parentesi pandemica dei due anni trascorsi sarà una vera e propria parentesi, aperta e poi chiusa, affinché il discorso possa proseguire nello stesso modo in cui si era interrotto. Se invece la ripartenza segnasse elementi di abbandono rispetto al passato, allora il Covid non sarà stato solo una parentesi. Noi, nel nostro piccolo, facciamo la nostra parte, restituendo a tutta la comunità di Milena, la sua festa di S. Antonio Abate, per come essa è stata sempre celebrata.