Pubblicato il: 21/08/2022 alle 11:16
Il liquido gettato in faccia alla moglie (non è chiaro se si tratta di acqua o altro), poi la brutale aggressione della donna e dei due figli di 18 e 15 anni che, armati di coltello, uccidono il padre e marito padrone. Il tutto davanti allo sguardo “attonito e sbigottito” del fratellino di undici anni (attualmente ospitato in una comunità), che ha assistito all’orrore avvenuta nell’abitazione di Giffoni Valle Piana (Salerno). A distanza di 48 ore dall’arresto di Monica Milite, del figlio Massimiliano e dell’altro figlio minore, emergono nuovi dettagli sulle ultime ore di vita di Ciro Palmieri, il panettiere 43enne la cui scomparsa è stata denunciata lo scorso 30 luglio proprio dalla moglie.
Decisive le immagini della videosorveglianza che proprio Palmieri aveva installato in casa e che moglie e figli avrebbero provato a sovrascrivere per non lasciare tracce dell’efferato omicidio, che ha visto l’uomo ucciso con diverse coltellate (sarà l’autopsia in programma mercoledì 24 agosto a stabilire il numero preciso) e poi rinchiuso in sacchi di plastica, dopo l’amputazione di una gamba, e gettato in un dirupo. Un omicidio che sarebbe maturato in seguito ad anni di violenze subite dalla moglie Monica. Non è chiaro se a subire le violenze di Palmieri fossero anche i figli. Quel che è certo è che entrambi, Massimiliano e il fratellino 15enne, non hanno esitato un istante ad aiutare la madre quando è scattato l’ennesimo litigio il 29 luglio scorso. Entrambi hanno impugnato i coltelli e hanno infierito più volte sul corpo del papà.
Stando a quanto riferisce Il Mattino, Monica Milite aveva denunciato il marito nel 2015 per maltrattamenti in famiglia. Venne disposto l‘allontanamento dal nucleo familiare dell’uomo ma, nel giro di poco tempo, la donna ritrattò tutto probabilmente in seguito a una riconciliazione con Palmieri. Dure le parole di Luca Palmieri, fratello della vittima e cognato di Milite: “Lei mi diceva: se n’è andato, non è tornato, sono venuti a prenderlo delle persone di un brutto giro. Penso che il mostro non sia mio fratello“. Poi sulle violenza di cui era accusato il panettiere aggiunge: “Non giustifico e non ammetto le violenze, ma arrivare da uno schiaffo ad una atrocità del genere. Penso che il mostro non sia mio fratello”.