Pubblicato il: 07/09/2022 alle 14:22
Si è difeso davanti al gip Santi Bologna A.V., il giovane nisseno di 32 anni, arrestato da carabinieri per il reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. L'uomo, cui è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, è accusato di avere, nel tempo, percosso e minacciato la moglie, spesso sotto effetto di alcol e stupefacenti. A denunciarlo la donna che ha raccontato ai carabinieri i numerosi episodi che avrebbe dovuto sopportare a partire dal loro matrimonio.
"Sicuramente il mio atteggiamento spesso scontroso è dovuto alla mia dipendenza dalla cocaina – ha dichiarato il 32enne – e quando ero sotto effetto di stupefacenti magari è capitato che perdevo la calma ma non l’ho mai picchiata. Semmai siamo arrivati alle mani reciprocamente. Capitava anche che mia moglie per evitare che uscissi da casa, perché non voleva che facessi uso di stupefacenti, mi metteva le mani addosso e quindi per divincolarmi a volte è capitato che l’ho spintonata. Sono anche consapevole del fatto che quando mia moglie mi alzava le mani faceva bene. Lo capisco, perché assumevo droga e lei non voleva, come è giusto che sia, però in quei momenti ero agitato e reagivo ".
L'uomo è accusato anche di aver dato un morso alla mano della moglie. "Un giorno mi ha messo le mani in faccia – continua il racconto – dicendo di aprire la bocca per vedere se avevo bevuto o assunto sostanze. Siccome mi stava facendo male e non la smetteva più l'ho morsa". A contattare i carabinieri era stata la moglie e quest’ultima, mentre i militari si trovavano insieme a lei nell’abitazione della madre, aveva ricevuto una chiamata dal marito il quale, messo in vivavoce aveva detto “Dove sei che ti scanno?”. Anche su questo punto l’uomo si è difeso. “La frase l’ho detta perché ero molto arrabbiato dal momento che non mi faceva vedere le mie figlie. Subito dopo le ho mandato un messaggio per scusarmi. Così come quando le ho detto che volevo entrare in giri loschi era solo un pensiero, mai messo in atto, perché non avevamo soldi”. I due, dopo la denuncia della moglie erano anche tornati a convivere. L’avvocato Riccardo Palermo, legale del 32enne, questa mattina nel corso dell’udienza ha chiesto una misura alternativa ai domiciliari, mentre il pm Vera Giordano aveva chiesto la misura della custodia cautelare in carcere. Il gip si è riservato.