In poco più di tre mesi le avrebbero vuotato il conto in banca. E ogni suo avere sarebbe finito nelle tasche di un notaio e della badante della malcapitata. Ora la procura ha chiesto il processo. Richiesta di rinvio a giudizio che pende su un notaio particolarmente noto in città (assistito dagli avvocati Francesco e Giuseppe Panepinto) e su una cinquantaseienne (assistita dall’avvocato Aristide Galliano). Quest’ultima, attraverso l’interessamento del professionista, sarebbe divenuta badante di una ultranovantenne all’epoca dei fatti, M.P. di Casteltermini (avvocato Francesco Ruggieri ), poi deceduta cinque anni addietro.
Peculato continuato in concorso l’ipotesi di reato che il sostituto procuratore Chiara Benfante ha avanzato a carico di entrambi chiedendone il rinvio a giudizio. E a fine ottobre i due saranno al cospetto del gup Emanuela Carrabotta. La procura, in prima battuta, oltre un quindicina di mesi addietro ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta ritenendo che i fatti fossero ormai prescritti. Ma nell’aprile dello scorso anno il gip ha rigettato restituendo il fascicolo al pubblico ministero, disponendo ulteriori accertamenti.
I fatti finiti al centro del dossier sono compresi nel periodo che va dal 26 novembre del 2013 fino al 7 marzo dell’anno successivo. In questo lasso di tempo, secondo l’impianto accusatorio, i due – passando per un distinguo quanto al presunto ruolo ma non in relazione alla contestazione- avrebbero fatto piazza pulita dei risparmi dell’anziana. Prosciugandole dal conto qualcosa come 69 mila euro. Secondo la ricostruzione dei magistrati, il notaio avrebbe dichiarato al direttore della filiale nissena di una nota banca, di potere esercitare le funzioni dell’allora novantaduenne. Così avrebbe chiesto l’apertura di un conto corrente a nome della stessa anziana. E, in appoggio allo stesso conto, si sarebbe fatto rilasciare un carnet di dieci assegni.
Quei titoli, poi, sarebbero stati utilizzati illecitamente. Almeno secondo l’accusa. La badante della pensionata – per i pm – avrebbe falsificato la firma dell’’intestataria del conto emettendo sei assegni, quattro dei quali in favore di sé stessa, per un totale di 60 mila euro, che successivamente avrebbe versato nel suo conto con la causale «versamenti assegni donati per pagamenti di spese future». Altri due assegni sarebbero andati, uno da 1.500 euro allo stesso notaio e un secondo, da 7.500 euro, a una compagnia assicurativa per una polizza vita in suo favore. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)