Leggiamo dell’imminente immissione in servizio di 17 medici per i pronto soccorso dell’Azienda Sanitaria di Caltanissetta, una risposta alla grande carenza di medici per l’emergenza urgenza che si registra, non solo nell’ASP di Caltanissetta, ma anche nella totalità delle aziende sanitarie del territorio nazionale che apparentemente sembra dare una soluzione al problema ma, che a ben vedere, è la prova di un sistema sanitario che è imploso perché non ha governo nei vari livelli di responsabilità. A nostro parere queste soluzioni assunte da motivazioni legate all’emergenza, minano e danneggeranno in modo serio il servizio sanitario pubblico.
Riteniamo importante portare alla riflessione su alcuni elementi: i bandi precedenti alle condizioni del contratto collettivo nazionale, sono andati sistematicamente deserti mentre con un contratto di diritto privato che permette il raddoppio dello stipendio si registra il 100% delle adesioni. Sono cambiate le condizioni di lavoro nei pronto soccorso? C’è meno rischio professionale? Meno stress? Certamente no! E solamente pagato meglio, ma noi ci chiediamo e chiediamo a tutti se è questa la via per affrontare e risolvere il problema? Per noi no! Riteniamo che le professioni sanitarie (medici, infermieri, etc) non hanno una giusta retribuzione, le condizioni di lavoro per il personale sono diventate molto pesanti e usuranti e vanno migliorate rendendole dignitose e rispettose nei confronti di chi si adopera e ha cura della nostra salute.
A scanso di equivoci e prima di essere indicati come coloro che per presa di posizione non plaudono ad iniziative del manager dell’ Asp nissena, riteniamo assolutamente fondamentale chiarire che introdurre elementi privatistici e di parcellizzazione del rapporto di lavoro nella sanità pubblica ne porterà inevitabilmente al collasso. Senza contare che, nei nostri ospedali lavoreranno fianco a fianco professionisti che avranno lo stesso carico di responsabilità e retribuzioni diverse. Come resta confermata la preoccupante “migrazione” di professionisti dal pubblico al privato, dove ci sono condizioni economiche e di lavoro migliori e gratificanti e dove sembrano destinate sempre più risorse pubbliche.
Di tutto ciò ne dobbiamo avere piena consapevolezza! Si genera il problema, per esempio, delle liste di attesa lunghe, si trova la soluzione dando maggiori risorse al privato visto che il pubblico non è in grado di farne fronte, aumentando così il rischio di favorire il settore privato della Sanità e creare una frattura sociale di chi ha accesso alle cure e di chi non ha la possibilità. Tutto ciò vale per il servizio di emergenza quanto per tutti gli altri servizi; siamo certi che nei prossimi mesi assisteremo ad un aumento delle richieste di cure per le patologie cronico degenerative, quelle che i cittadini, a causa del covid, hanno trascurato, e noi già vediamo concretizzarsi il pericolo che saranno terreno di incursioni del privato.
Per la Cgil è necessario fare investimenti su un piano di assunzioni che garantisca sulle competenze e sulle valorizzazioni professionali; bisogna inoltre salvaguardare l’università del sistema pubblico che si pone come elemento di consolidamento della rete territoriale di assistenza; la pandemia ci ha insegnato che la salute non può obbedire alle logiche del profitto o essere oggetto di scambio. Ed è per questo motivo che bisogna partire dai bisogni di salute della popolazione, programmare i servizi e poi determinare l'entità delle risorse da finanziare Sgombriamo la mente da proposte di nuovi Ospedali (vuoti),di medici stranieri che costituiscono effimera campagna elettorale o soluzioni tampone. Proviamo ad costruire un sistema di tutele della salute universale, pubblico , equo, diffuso , solido che porti a quel cambiamento radicale che possa restituire ai cittadini i loro diritti. CGIL Caltanissetta La Segretaria Generale Rosanna Moncada