Era stata chiesta l’archiviazione ma un carabiniere di Gela, che aveva denunciato la ex moglie, stimata professionista, e alcuni suoi congiunti per maltrattamenti in famiglia, si era opposto. Il gip del tribunale di Gela, Francesca Pulvirenti, ha dato ragione al Pm rigettando l'opposizione. I legali delle donne, che erano state denunciate alla fine del 2020 per presunti maltrattamenti, sono riusciti a dimostrare che il carabiniere, in occasione della presentazione della denuncia avrebbe omesso alcuni passaggi essenziali della trascrizione delle registrazioni prodotte, che dimostravano esattamente il contrario di quanto da lui sostenuto. Così come inattendibili sono state giudicate le testimonianze di amici e familiari del carabiniere. "Detti soggetti – ha scritto il gip nella sua ordinanza – erano tutte persone legate da rapporti di amicizia e frequentazioni con" il denunciante "sicchè in buona fede hanno potuto sottoscrivere dichiarazioni frutto di suggestioni o suggerimenti predisposte dall'amico che, si rammenta, in quanto militare dell'ama dei carabinieri è investito da una certa credibilità".
Il Gip del tribunale di Gela, in accoglimento della richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero, ha definitivamente sancito dunque l’infondatezza delle querele sporte dal militare. In seno all’ordinanza viene, inoltre, evidenziata “ancora una volta l’inattendibilità del narrato del denunciante” e viene censurata la “modalità di raccolta delle dichiarazioni” portate a sostegno della denuncia. L'uomo nella sua denuncia aveva inoltre sostenuto che la donna non gli faceva più vedere il figlio ma in realtà non solo la donna stava tutelando il minore per via di un altro provvedimento in corso ma fu lo stesso bambino a dire che non voleva più vedere né sentire il padre, neanche in presenza di altre persone. Per il gip è evidente come la "condotta della donna fosse stata mossa dall'esigenza di tutela del figlio minore". E infine il carabiniere, nella sua denuncia aveva trascritto alcune conversazioni con il figlio che aveva opportunamente registrato ma, a quanto pare, durante le trascrizioni aveva omesso alcuni fondamentali particolari. Il GIP, dunque, accogliendo le sollecitazioni dei difensori delle indagate, avvocati Eleanna Parasiliti Molica e Giuseppe Messina, nonché del consulente tecnico Antonio Oliveri, ha potuto accertare le omissioni nelle trascrizioni di alcuni importanti passaggi delle registrazioni prodotte, sempre dal militare, in occasione della presentazione delle denuncia. Si chiude finalmente un doloroso percorso giudiziario che ha visto coinvolte le persone ingiustamente denunciate.