Pubblicato il: 29/09/2022 alle 08:23
Si presenta ad inizio autunno di ogni anno, puntuale come una fastidiosa influenza stagionale il virus ottobrino della fiera grande e gli attuali inquilini di Palazzo delle Spighe hanno pensato bene, o forse no, di contrastarne il contagio mettendo in quarantena l’importante evento tradizionale presso il quartiere periferico di Santa Germana, svilendo la festa del SS.mo Crocifisso, compatrono della Città, riducendola a mercatino rionale ed adducendo, a giustificazione del provvedimento, motivi più o meno plausibili legati alla sicurezza ed alla mobilità veicolare.
L’Associazione culturale “Giuseppe Amico Medico” da sempre sostiene con forza che la Fiera debba svolgersi nel Centro storico, intendendo come tale non la zona, anch’essa periferica del Quartiere “Belvedere”, bensì il Corso Vittorio Emanuele ed il suo naturale prolungamento che è il Corso Sicilia. Sarebbe tanto peregrina l’idea di allocare gli stands e le bancarelle su un solo lato, nel tratto che va dal Tempietto del “Resuscitato” al Monumento ai Caduti? Il colpo d’occhio non risulterebbe straordinario e degna cornice alla processione del SS.mo Crocifisso? Vero è che se in qualche chiaro di luna venisse in mente, speriamo mai, a qualche buontempone di piazzare di traverso una vettura davanti al Monumento ai Caduti ed un’altra ai “Cappuccini” paralizzerebbe di fatto l’intera Città ma questo lo si deve imputare alla insipienza ed alla mancanza di progettualità di tutte le amministrazioni succedutesi al Palazzo di Città fin dai tempi a noi più lontani che irresponsabilmente hanno impedito al paese di dotarsi di arterie alternative e di una seppur modesta circonvallazione.
Qualcuno potrà obiettare che la Fiera ostacolerebbe il transito dei veicoli di Protezione civile e di Pronto soccorso ma vogliamo ricordare che nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani e della vecchia Europa le fiere, ma anche i mercatini, trovano sede proprio nel cuore dei centri storici, in luoghi ricchi di antiche vestigia ed opere d’arte, quindi fragili e necessari di tutela e spesso, addirittura, patrimoni dell’UNESCO. Si dirà anche che le fiere cittadine non hanno più senso vista la capillare presenza di moderni negozi e centri commerciali ma a costoro diciamo che se esse hanno perduto la loro primigenia valenza mercatile, cosa per altro da dimostrare vista la forte richiesta di spazi da parte degli operatori del settore, costituiscono ancora un momento di socializzazione ed incontro nonché la salvaguardia e la trasmissione alle nuove generazioni di valori e del patrimonio culturale, civile e religioso, di cui le tradizioni sono portatrici.
Per concludere vogliamo rassicurare l’attuale Amministrazione Comunale circa l’assoluta mancanza da parte nostra di qualsiasi movente politico o faziosità di parte ma non possiamo, come Associazione culturale presente nel tessuto cittadino da più di quarant’anni, assistere inerti ed in silenzio alla dolorosa progressiva scomparsa, o quanto meno al ridimensionamento, delle nostre più importanti e sentite tradizioni.
Associazione Culturale “Giuseppe Amico Medico” A.P.S. San Cataldo