Agli arresti domiciliari, con l'accusa di concussione, il sindaco di Priolo, Pippo Gianni. L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Siracusa, riguarderebbe una serie di concussioni. Il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, ha disposto la sospensione Gianni dalla carica di sindaco di Priolo Gargallo, ai sensi della legge Severino. «Il provvedimento è conseguenza della decisione del gip del Tribunale di Siracusa che ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore». L’indagine è stata condotta dal commissariato di Priolo, dalla Squadra mobile di Siracusa e dal nucleo Mef della guardia di finanza di Siracusa.
Gianni, 77 anni, è stato condotto ai domiciliari. L’indagine affidata al pm Tommaso Pagano sotto il coordinamento del procuratore capo Sabrina Gambino. Il sindaco, ex parlamentare nazionale e regionale, ed ex assessore regionale, è stato rieletto a Priolo nel 2018, dopo aver ricoperto lo stesso incarico dal 1984 al 1991. Gianni aveva aderito ad agosto a Lega Sicilia – Prima l'Italia. Gianni, secondo l'accusa, avrebbe utilizzato anche un atteggiamento di minacce nei confronti dei funzionari. Il primo cittadino è accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Per alcuni dei reati contestati, secondo i pm, Gianni avrebbe agito in concorso con altri persone sia nel settore del privato sia pubblici ufficiali, che sono stati denunciati. "Nello specifico, avrebbe intimato a imprenditori locali, abusando delle propria posizione di vertice dell'amministrazione comunale, la dazione di ingenti somme di denaro a società da lui indicate – affermano gli investigatori – al fine di favorire imprese compiacenti nell'ambito delle gare di appalto, secondo la formula del partenariato pubblico – privato, garantendo alle stesse un diritto di prelazione rispetto alle altre società concorrenti. Analoghe pressioni illegittime sono state fatte per agevolare l'assunzione di persone presso aziende leader del polo industriale siracusano". Dalle intercettazioni, per i magistrati è emerso che "il sindaco, nel corso di colloqui con alcuni dirigenti dell'area industriale, minacciava l'effettuazione di penetranti controlli e verifiche, nell'esercizio delle competenze attribuite al Comune nel settore ambientale, nonché l'irrogazione di sanzioni pecuniarie alle aziende che gli stessi rappresentavano, qualora non avessero assecondato le sue richieste", proseguono gli inquirenti. Inoltre, il sindaco avrebbe "imposto al dirigente di settore l'accoglimento di un'istanza per ottenere il patrocinio di una manifestazione pubblica nonché un contributo economico per l'organizzazione della stessa, incidendo sulla sfera decisionale del funzionario. Analoga condotta sarebbe stata posta in essere nei confronti di un altro dirigente comunale, al fine di imporgli la revoca in autotutela di un provvedimento con effetti sfavorevoli rispetto alla pratica relativa ad un lido balneare sul litorale priolese", continua l'accusa. E ancora, "avrebbe disposto l'annullamento di sanzioni al codice della strada, elevate a privati che hanno richiesto un suo intervento, alterando il contenuto dei verbali, in concorso con personale del Comando della Polizia municipale di Priolo". L'esecuzione della misura è avvenuta questa mattina e sono state svolte delle perquisizioni presso l'abitazione dell'indagato e degli uffici comunali nella sua disponibilità, con la collaborazione di militari del nucleo Pef della Guardia di Finanza. Il sindaco ha iniziato la sua carriere politico amministrativa proprio nel centro della zona industriale siracusana: consigliere comunale, poi assessore e infine eletto sindaco nel 1984. Incarico ricoperto fino al 1991 quando viene eletto parlamentare regionale. Nel 2001 viene eletto deputato alla Camera. Nel 2006 torna a sedere sugli scranni dell'Assemblea Regionale Siciliana, ricoprendo anche la carica di assessore regionale all'Industria, sino al novembre del 2010 data in cui subentra alla Camera dei Deputati sino al dicembre 2012. Viene rieletto nuovamente deputato all'Ars nel 2012 ma nel 2014 dopo che il Cga impose una mini tornata elettorale, Giuseppe Gennuso riuscì a conquistare il seggio togliendolo proprio a Gianni. Ma nel 2020 Pippo Gianni vinse al Cga la battaglia contro Gennuso dopo che la tornata elettorale del 2012 finì al centro di un'inchiesta culminata con il patteggiamento a due anni e mezzo di reclusione del presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa, Raffaele De Lipsis, che, dietro il pagamento di una tangente, avrebbe disposto secondo i magistrati, il ripetersi delle elezioni in 9 sezioni tra Pachino e Rosolini. Il Cga, accogliendo il ricorso di Gianni, dichiarò nulla l'elezione di Gennuso, che patteggiò per traffico di influenze, disponendo il seggio all'Ars per Pippo Gianni. Nel 2018 l'elezione a sindaco di Priolo. Pippo Gianni è stato già coinvolto in un'inchiesta giudiziaria: arrestato nel 1980 venne assolto. E poi una presunta concussione ai danni di un imprenditore ed anche in quel caso Gianni venne assolto ed ottenne un risarcimento per ingiusta detenzione. Il denaro fu donato in beneficienza.(Gds.it)