Pubblicato il: 12/10/2022 alle 19:41
Si è celebrato tra ieri e oggi il Consiglio Comunale «aperto» indetto su richiesta dell’Amministrazione Gambino sul debito ATO, che ha occupato il dibattito pubblico per quasi tutto il mandato del Sindaco in carica. La vicenda è nota: la Giunta Ruvolo aveva contestato la richiesta di pagamento di circa 13 milioni di euro formulata da ATO Ambiente e aveva dato incarico al Prof. Alberto Stagno d’Alcontres, professore ordinario di Diritto Commerciale nell’Università di Palermo, di redigere una «due diligence», cioè una relazione sullo stato dell’ATO e sull’effettiva esistenza di questo debito. Lo stesso Prof. Stagno d’Alcontres era stato incaricato di difendere il Comune nell’arbitrato promosso da ATO per farsi pagare quanto richiesto e nell’azione di responsabilità del liquidatore. Nel frattempo alcuni creditori dell’ATO avevano iniziato a promuovere esecuzioni contro il Comune, il quale aveva incaricato l’Avv. Antonio Campione di contestare queste richieste.
Subito dopo l’insediamento della Giunta Gambino il Comune ha cambiato totalmente indirizzo e ha stipulato un accordo con cui ha rinunciato alle azioni giudiziarie in atto per poi approvare i sei bilanci (2013/2018) che erano rimasti aperti. Da un lato ci sono la Giunta Gambino e la maggioranza consiliare che difendono la scelta di pagare il debito e dall’altro i precedenti sindaci, Giovanni Ruvolo in testa, i partiti dell’opposizione e diversi movimenti civici che la contestano. La «due diligence» era stata secretata dal Sindaco Ruvolo perché c’erano giudizi pendenti ma il Sindaco Gambino ha mantenuto segreta questa relazione pur senza necessità, visto che i contenziosi erano stati chiusi, come contestavano le parti che la volevano rendere pubblica.
Ieri finalmente si è appreso che la «due diligence» esprimeva parere contrario al riconoscimento del debito perché il Sindaco, in vista del Consiglio Comunale, l’aveva resa accessibile. Ha avuto molto spazio il liquidatore di ATO Ambiente Elisa Ingala, che ha difeso la sua gestione anche se nella seduta ci sono state posizioni contrarie, esposte dall’ex Sindaco Ruvolo, dal consigliere Michele Giarratana (Caltanissetta Protagonista) e dalla consigliera Annalisa Petitto (PD). Il consigliere Giarratana ha contestato la velocità dell’accordo mentre la consigliera Petitto ha contestato la decisione unilaterale della Giunta Gambino senza consultare il Consiglio Comunale.
Sia l’assessore al Bilancio Luciana Camizzi che la Dottoressa Ingala hanno parlato di alcune ordinanze del giudice dell’esecuzione che avrebbero dichiarato l’esistenza del debito, ma non hanno detto che queste ordinanze sono state sospese dallo stesso giudice dopo l’opposizione del Comune, perché erano state emesse applicando una norma abrogata: infatti nessun creditore ha riscosso somme di denaro presso il Comune di Caltanissetta. Il Giudice dell’esecuzione aveva rinviato la valutazione sull’esistenza del debito al Tribunale nel cosiddetto «giudizio di merito», che tuttavia non è andato avanti proprio perché il Comune e l’ATO hanno trovato un accordo: se il debito fosse dovuto o meno, quindi, non si potrà sapere, almeno leggendo una sentenza del giudice.
Sono invece rimaste in piedi le ordinanze del 5 giugno 2017 del giudice dell’esecuzione, che ha dichiarato che il Comune aveva subordinato la sua disponibilità a pagare le somme richieste solo se fosse intervenuta la Regione Siciliana, e l’ordinanza del 5 agosto 2019, che dichiarava inammissibili i pignoramenti dei terzi perché fatti presso i soci e non presso la tesoreria dell’ATO. Pesa però come un macigno la deliberazione n. 123 del 7 settembre 2021 emessa dalla Corte dei Conti per la Regione Siciliana, che ha bocciato sia la gestione dell’ATO che la scelta del Comune di pagare quanto richiesto e su questa c’è ancora un fronte aperto che sarà definito nei prossimi mesi. Il Consiglio Comunale tenutosi ieri è stato sospeso per la sopravvenuta mancanza del numero legale dei consiglieri comunali ed è ripreso oggi con gli ultimi interventi, che però non hanno chiarito la situazione. La Giunta Gambino rimane quindi della sua opinione e i suoi oppositori mantengono la loro: l’unica certezza è che il Comune ha pagato dieci milioni di euro che resteranno ancora a lungo oggetto di controversia.