Pubblicato il: 27/10/2022 alle 07:46
È arrivato il tempo di fare chiarezza sul caso della bandiera della Regione siciliana non esposta dentro l’Aula Consiliare. Sul fatto, a mio avviso, stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso, pretestuoso e di pessimo gusto, che rischia di mettere in cattiva luce l’immagine dell’intera città su una vicenda inesistente e volutamente costruita ad arte da chi, a mio avviso, non ama la propria terra ma ne strumentalizza i simboli. Siamo difronte ad un polverone volutamente sollevato che però si scontra con due limiti: il primo di merito ed il secondo di metodo. Relativamente al merito, chi asserisce la non applicazione della norma regionale, mente sapendo di mentire, poiché evidenzia solo alcuni stralci della Legge. Peccato che la norma, per applicarla, va letta tutta senza equivoci di interpretazione.
Nella fattispecie l’art. 5 della L.R. 4 gennaio 2000, n. 1 recita: “Fatto salvo quanto disposto all'articolo 2, della legge 5 febbraio 1998, n. 22, la bandiera della Regione è ESPOSTA ALL'ESTERNO dei seguenti EDIFICI:” nell’elenco al punto c) indica: “le sedi dei consigli provinciali e dei consigli comunali, in occasione delle rispettive riunioni consiliari;”. Senza polemica vorrei far notare a tutti che la sede del Consiglio Comunale della città di San Cataldo è ubicata all’interno del Palazzo di Città, EDIFICIO sul quale sono ESPOSTE ALL'ESTERNO, cosi come previsto dalla norma, la BANDIERA DELLA REPUBBLICA ITALIANA, la BANDIERA DELL’UNIONE EUROPEA e la BANDIERA DELLA REGIONE SICILIANA.
Chiarito che nel merito non vi sono dubbi sul rispetto della norma, anche io credo sia doveroso che le tre bandiere debbano trovare ubicazione all’interno dell’Aula Consiliare, tuttavia disapprovo il metodo adoperato pretestuosamente in occasione del Consiglio Comunale del 18 ottobre durante il quale un cittadino, accolto dal consiglio comunale per ascoltare la propria istanza di udienza, disattendendo il regolamento, mettere in scena un atto di protesta predeterminata sul fatto in discussione, per il solo piacere di screditare l’intero Consiglio Comunale e pertanto la città.
Permettetemi di pensare che il vero scopo della messa in scena sia da ricercare in un minuto di gloria sui social e sulla stampa poiché, se lo scopo fosse stato quello di vedere esposta la bandiera della Regione siciliana all’interno dell’Aula Consiliare, avrebbe potuto inoltrale una nota all’ufficio di presidenza, magari includendo la bandiera, d'altronde è risaputo che tra la persona in questione e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio si intrattiene una notevole corrispondenza epistolare su vari temi per i quali ha sempre trovato risconto, credo che in quel caso avrebbe ricevuto un ringraziamento unanime del Consiglio Comunale per aver fatto notare l’opportunità, e non l’obbligo, di collocare la bandiera siciliana anche all’interno dell’Aula Consiliare, è però evidente che tale procedura non avrebbe ottenuto tutto questo clamore costruito sul nulla.
Concludendo voglio manifestare il mio rammarico per aver letto della presa di posizione sulla vicenda di personalità note in città, le quali avrebbero potuto e forse dovuto documentarsi meglio sul tema prima prestarsi ad alimentare la disinformazione. Inoltre, apprendendo sulla stampa del coinvolgimento sulla vicenda di Sua Eccellenza il Prefetto, invierò scuse formali per averLe involontariamente sottratto tempo prezioso su un problema inesistente poiché è ferma volontà del Presidente del Consiglio Comunale di San Cataldo esporre anche all’interno del Civico Consesso le bandiere della Repubblica italiana, dell'Unione europea e della Regione anche se non esplicitamente espresso nella norma. Il presidente del consiglio comunale Romeo Bonsignore