Pubblicato il: 12/11/2022 alle 18:17
Non so chi sia il prete balzato nei giorni scorsi agli onori della cronaca. So solo che provo un senso di amarezza per la gravità del suo comportamento, che ha finito per offendere l’intimità delle donne spiate mentre facevano la doccia nei bagni del Palacannizzaro. Ma il pubblico e immediato castigo che il furore della piazza virtuale gli ha inflitto non è degno di un paese civile: di fatto, il prete è stato lapidato. O no?
Le pietre sono state scagliate dagli stessi evoluti cittadini che di solito condannano ogni forma di violenza e disparità di genere, che amano il politicamente corretto, che propugnano i diritti dell’uomo e quelli degli animali. Eppure il passo dalle parole alle pietre è più breve di quello che si possa immaginare. E se gli stessi commentatori avessero avuto in mano una pietra, probabilmente non avrebbero esitato a lanciarla addosso al prete spione. Ma no – si dirà – una cosa è scrivere e un’altra agire. Non ne sono così sicuro.
Comunque sia, l’eco della notizia non stupisce. Il fatto ha in sé tutti gli ingredienti, appunto, di una “notizia”. Le pallavoliste, lo spogliatoio, la doccia, la scala, un guardone ch’è pure prete: roba da commedia sexy anni settanta. Purtroppo non stupisce nemmeno la prontezza al fuoco del plotone social di esecuzione: con la sua cattiveria e la sua istintiva ferocia, la sua imbecillità e il suo moralismo ipocrita. Non è da escludere che alcuni tra i farisei da tastiera impegnati in questi giorni a condannare il mostro si sarebbero arrampicati sulla stessa scala su cui si è arrampicato il prete. E se per assurdo non vi si fossero arrampicati spontaneamente ma ci si fossero trovati sopra per caso, beh, forse non tutti si sarebbero bendati gli occhi.
Per non parlare dell’ironia da quattro soldi, della corsa demenziale a chi spara la battuta più spiritosa e, nel caso di specie, della desolante argomentazione sfoderata da quanti addebitano l’accaduto al celibato dei preti. Come se i guardoni fossero tutti preti e tutti celibi. O come se avere una moglie o un marito impedisse di guardare altrove e di nascosto, magari attraverso lo schermo di un dispositivo connesso a uno dei tanti siti pornografici in voga, in una stanza chiusa a chiave e senza il pericolo di essere beccati. Che pena questo tempo senza pietà, senza silenzio, senza amore: il tempo di un uomo che è ancora quello della pietra e della fionda.
Avv. Salvatore Falzone (nella foto)