Pubblicato il: 21/11/2022 alle 09:36
Vincenzo Bonasera: cinquant’anni di farmacista e autore di undici romanzi. È questo il bilancio professionale e di autore di romanzi di Vincenzo Bonasera, fino ad oggi. Quanto mai dunque gli si addice il termine di “farmacista scrittore”; due passioni che da tanti decenni sono state sempre presenti e attive nella sua quotidianità. Come scrive Mattia Saia nella prefazione del nuovo romanzo, in Vincenzo Bonasera non vi è alcuna divisione fra il farmacista e il romanziere perché in lui sono sempre presenti qualità morali e professionali che gli sono proprie, gli appartengono in un modo inscindibile.
Bonasera scrive senz’altro per se stesso ma anche per quel migliaio di lettori che lo seguono con costanza, comunicando con loro emozioni, ricordi, nostalgie di un tempo passato e speranze per un futuro migliore. Il titolo del nuovo romanzo è “Strani amori”, e così possono considerarsi le storie che legano i personaggi, ma ancora una volta, la Fede, la Natura, l’infanzia, la vecchiaia, le disparità sociali sono presenti in molte pagine lasciando al lettore la “libertà” di riflettere. Bonasera ha donato questo romanzo alla “Fondazione del filo d’oro” devolvendo totalmente gli introiti delle copie vendute, le quali saranno reperibili nelle librerie. “La Fondazione del filo d’oro” ha sede centrale a Osimo, nelle Marche, ed è presente in tante città italiane prodigandosi a sostegno delle persone sordocieche per l’assistenza, la riabilitazione e per una maggiore autonomia psicosensoriale. Una Fondazione, dunque, altamente sensibile e di grande umanità, con testimonial Renzo Arbore e Neri Marcorè, due personaggi del mondo dello spettacolo riconosciuti grandi artisti e persone serie e “perbene”. In copertina:olio su tela di G.Sciltian “l’immagine del volto di una donna riflesso su uno specchio e lo sguardo sembrava assente e lontano, portato forse a un ricordo di chi o di che cosa, e il sorriso aveva un’espressione incerta tra un compiacimento di piacere o di nostalgia o magari di entrambe le due cose”.