Pubblicato il: 04/06/2014 alle 07:04
Seguonews ha ricevuto una lettera firmata dal Coordinamento del Polo Civico che risponde ad un articolo pubblicato in un altra testata. Ne pubblichiamo integralmente il contenuto.
Leggiamo con molto rammarico e tristezza l'articolo a firma di “Caltanissetta Protagonista”, titolato “Il filosofo Rovello e il suo sillogismo aristotelico falso”, non solo per entrare nel merito del contenuto, quanto per il modo becero di attaccare un individuo, anche se avversario politico, e sopratutto per il tentativo di trasformare “la non verità in verità”. Per coerenza con i nostri principi e per onestà intellettuale, prima di dare dei giudizi o assurgere a “custodi della verità assoluta”, siamo abituati a cercare i riscontri, ad analizzare gli avvenimenti e poi a trarre le logiche conseguenze. Stimiamo Michele e i tanti amici di “Caltanissetta Protagonista” per pensare che l'articolo sia stato da loro condiviso. Preferiamo pensare che sia stata l'iniziativa isolata di qualcuno che sconosce i fatti storici, millantandoli per veri. In ogni caso ciò non fa onore ai nostri avversari politici. I fatti, quelli storici: Ferdinando Rovello, Michele Abbate, Giovanni Guarino, Diego Perricone, nel 1993 furono eletti Consiglieri Comunali nella lista “Patto Per la Città”. Essi non erano candidati di partito ma espressione di una società civile proveniente dal mondo cattolico. Michele sa, essendo all'epoca assessore della giunta di centro-destra, come questi consiglieri comunali, pur essendo all'opposizione, sostennero e votarono tutti quei provvedimenti che, secondo il loro giudizio e quindi fuori dagli schemi di partito, portavano benessere alla nostra città. Certamente Rovello era uno di questi, e i suoi interventi, come quelli degli altri suoi colleghi, miravano, per un comune senso etico della politica, a votare “per e non contro”. Quanti interventi abbiano fatto quei consiglieri oggi è difficile dirlo: sono trascorsi oltre 21 anni; certamente tanti e tutti fattivi e propositivi. Dire oggi delle cose non vere non è degno di persone che noi, tutt’oggi, riteniamo serie. Confrontiamoci sui fatti e non sulle calunnie. Queste appartengono ad una politica che da noi è aborrita, che da noi è distante anni luce, che noi non condividiamo. Altro falso storico: “le scelte dei candidati assessori”. Noi siamo testimoni, perché presenti a tutti gli incontri, tra cui anche quelli in cui il candidato Giarratana era anch’esso presente, della nuova metodologia da noi proposta, che non si fonda sui numeri dei voti, sulle spartizioni, ma sulle “persone”. E' stato sempre ribadito da tutto il Polo Civico e, quindi, da Giovanni Ruvolo, che la nomina dei candidati assessori sarebbe avvenuta su una rosa di nomi, fuori dalle logiche spartitorie. Per il nostro codice etico, ad esempio, il candidato non poteva avere svolto ruoli istituzionali o ricoperto incarichi. Sarebbe stato il candidato sindaco poi a fare, nella piena autonomia, le sue scelte. Questo principio alla fine è stato pienamente accettato da quei partiti che oggi sostengono Giovanni Ruvolo. Dire oggi cose diverse e non vere significa “mentire a se stessi sapendo di mentire”. D'altronde i nomi indicati da Giovanni Ruvolo certamente non sono nomi di persone strutturate o facenti parte attiva di un partito. Massimiliano Centorbi proviene dal mondo associativo e dal volontariato cattolico, Boris Pastorello, Amedeo Falci e Luigi Zagarrio sono dei professionisti con particolari competenze nei rispettivi ambiti. Cosa dire poi di Piero Cavaleri e Marina Castiglione, tutti in città conoscono la loro storia. Che qualcuno sia “di area”, certamente è vero. Ma chi tra tutti i candidati, compresi quelli di Giarratana, non proviene da un'area politica ben determinata o individuata? Alcuni tra i candidati di Giarratana hanno una loro storia ultratrentennale. Mai, però, noi abbiamo criticato tale scelta o peggio abbiamo sbeffeggiato, calunniato, offeso i nostri avversari, ma sopratutto mai abbiamo utilizzato le falsità per lucrare qualche voto. Cari amici di “Caltanissetta Protagonista”, noi andiamo avanti con la forza delle nostre idee, perché vogliamo veramente cambiare un modo ormai sorpassato di fare politica. Un mondo che a noi non appartiene. Vorremmo veramente che questi ultimi giorni possano trascorrere nella lealtà, nella correttezza e in un sano contraddittorio ma sopratutto nella verità. Noi non cadremo nella trappola della provocazione, che è tipica di quella politica ormai obsoleta e sorpassata che Michele Giarratana dice di aborrire. Vorremo tanto che Michele, per sua correttezza, smentisse chi ha scritto un articolo infamante e falso.