Pubblicato il: 03/02/2023 alle 19:24
La notte tra il primo e il due gennaio 2023, in un appartamento di corso Butera a Bagheria, in provincia di Palermo, un atroce delitto. L’insegnante di 55 anni, Teresa Spanò è stata uccisa dalla figlia, appena 17enne, che l’ha strangolata.
Si aggrava la posizione della giovane, trasferita in carcere
Adesso la posizione della giovane si aggrava: i magistrati della Procura per i minorenni, coordinati dal capo dell’ufficio Claudia Caramanna, le contestano la premeditazione, avrebbe cioè pianificato l’omicidio. La ragazza è stata trasferita in carcere a Roma come disposto dal gip, lasciando dunque la comunità protetta di Caltanissetta dove era stata inviata inizialmente.
Il tentativo di avvelenamento a novembre
Secondo gli inquirenti, la 17enne, aveva già tentato di avvelenare la madre nel novembre scorso, alcune settimane prima di mettere in atto il delitto.
Ancora non è del tutto chiaro il movente dell’omicidio, certo è, secondo quanto riferito anche dai vicini di casa, che i rapporti tra madre e figlia erano alquanto tesi, e le due donne litigavano frequentemente.
La sera del primo gennaio
Ma cosa è accaduto la sera del primo gennaio? Secondo la ricostruzione degli inquirenti, e i risultati dell’autopsia sul corpo di Teresa Spanò, la giovane avrebbe aggiunto un farmaco in un piatto di purè servito alla madre. Dopo aver stordito la donna, l’avrebbe strangolata.
Infine, avrebbe infierito sul colpo con un coltello.
Il provvedimento del gip
La gip Alessandra Puglisi nel nuovo provvedimento ha scritto che gli elementi nuovi “appaiono tutti sintomatici di un’attuale ed accresciuta pericolosità sociale e sono, soprattutto, rivelatori dell’inadeguatezza della misura attualmente applicata rispetto alla caratura criminale della giovane come emersa dalle indagini più recenti”. Per la procura — ed è una ricostruzione accolta dalla giudice — “c’è un pericolo concreto ed attuale di reiterazione di delitti commessi con violenza alla persona”. Il delitto sarebbe stato inoltre “un disegno preordinato da tempo”.
La giovane ha confessato il delitto, i segnali di disagio
La 17enne ha confessato il delitto della madre. Nel corso dell’autopsia sul corpo della donna sono stati trovati segni di violenza. Tagli nell’avambraccio con un coltello o qualche oggetto affilato.
Erano stati notati dei segnali di potenziale disagio della figlia sfociati poi nel matricidio di Bagheria. Ovviamente segnali che mai avrebbero fatto pensare ad un epilogo così tragico. I compagni di classe dell’omicida 17enne rivelano il quadro di una coetanea che tendeva all’isolamento. Un atteggiamento introverso e di solitudine che non poteva essere percepito di certo come ‘indizio’ per un assassinio.
Cosa abbia provocato la scintilla della follia in un contesto familiare apparentemente come tanti altri ancora non è chiaro. Sicuramente non degradato, non ai margini della società. La vittima era insegnante, la 17enne frequentava il liceo classico con buoni risultati. Anche i familiari più stretti sono di un ceto sociale benestante e istruito.
Il tentativo di inscenare il suicidio
La ragazza, dopo aver tentato di inscenare il suicidio della madre, è crollata durante l’interrogatorio della procuratrice per i minori di Palermo Claudia Caramanna. Ha quindi confessato in lacrime il delitto. Agli inquirenti ha detto di aver stretto le mani al collo della mamma fino ad ucciderla ma non ha mostrato pentimento per il delitto. Poi è rimasta accanto al corpo senza vita per almeno quattro ore prima di chiamare i soccorsi.