Pubblicato il: 10/07/2014 alle 16:02
La mobilitazione dei lavoratori in difesa della raffineria dell'Eni avviene in un momento politicamente delicato per Gela che domenica prossima chiamerà i suoi abitanti a pronunciarsi con un referendum se sono favorevoli o contrari ad aderire al nuovo libero consorzio di comuni di Catania per uscire definitivamente dalla vecchia e “odiata” provincia di Caltanissetta.
“La scelta che si accinge a fare Gela è di una importanza straordinaria – scrive il comitato promotore – perché dopo 196 anni, due comunità totalmente diverse (Caltanissetta e Gela, ndr), lontane tra loro, non solo materialmente, ma soprattutto culturalmente e socialmente, si divideranno”.
“Furono i Borboni per primi, nel 1818 – spiega una nota degli organizzatori – a dividere la Sicilia in sette province, ricalcando le proprietà feudali, non tenendo conto delle distanze e delle differenze che distinguevano questi territori. Nel 1927 Mussolini, d'imperio, elevò Enna e Ragusa a province, mortificando i territori e le città dell'area gelese. Oggi possiamo rimediare a tutto questo votando “sì” con lo strumento più democratico messo a disposizione del popolo: il referendum”.
Perché la consultazione sia valida, però, occorre che si rechi a votare il 50% più 1 degli aventi diritto, cioè oltre 33 mila elettori. E in una situazione difficile e tesa come quella di questi giorni, il quorum potrebbe non essere raggiunto.