Pubblicato il: 09/03/2023 alle 18:41
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Colpevoli, ora come allora, e senza nessuno sconto. Niente riduzione di pena per i tre imputati tirati in ballo, a vario titolo, per l’incendio dell’auto di una nota penalista, l’avvocatessa Maria Giambra. Nulla è mutato nel processo d’appello a carico del quarantanovenne Vincenzo Li Calzi (assistito dall’avvocatessa Luigia Di Fede) ritenuto l’autore materiale dell’incendio condannato a 2 anni di reclusione; così come per la trentunenne Valentina Garetta (assistita dall’avvocati Angelo Asaro) pure lei ferma sui 2 anni di carcere con il beneficio della pena sospesa e, chiude il quadro, il trentunenne romeno Marius Vasile (assistito dall’avvocato Calogero Lo Giudice), attualmente libero con prescrizioni dopo avere lasciato prima il carcere e poi i domiciliari, condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione.
Nel concreto, per tutti e tre, così come chiesto dalla procura generale, è la conferma della sentenza di primo grado emessa con il rito abbreviato. Questo il pronunciamento emesso dalla seconda sezione della corte d’Appello presieduta da Maria Carmela Giannazzo a carico dei tre imputati tornati in giudizio per rispondere d’incendio e violazione di domicilio, chi direttamente e chi in concorso. Tutti arrestati dai carabinieri a metà luglio di due anni fa tra le pieghe delle indagini su una lunga scia di attentatati e intimidazioni che negli anni hanno bersagliato l’avvocatessa Maria Giambra, finendo per coinvolgere anche la sua famiglia.
E nei confronti dei tre imputati si sono costituiti parti civili la stessa penalista (assistita dall’avvocatessa Letizia Galati) e il marito (assistito dall’avvocato Pietro Sorce). Al centro di questo procedimento un pauroso incendio doloso che la notte del 18 gennaio di tre anni addietro è stato messo a segno ai danni della professionista. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, su mandato di Vasile, Valentina Garetta, alle tre del mattino di quel giorno di gennaio 2020 si sarebbe introdotta due volte nella villetta della professionista, in contrada Perito di Serradifalco, fallendo un primo tentativo.
Poi con l’Alfa 159 di Li Calzi sarebbero andati a prendere altra benzina, questa volta riuscendo ad appiccare il fuoco che poi ha distrutto una Peugeot 3008, un’Audi Q3 e anche una tettoia in legno dell’abitazione di campagna presa di mira. E sono stati momenti di panico. Tra le pieghe delle successive indagini dei carabinieri, sono state le immagini dell’impianto di videosorveglianza a mostrare la donna anche se, durante l’azione, indossava felpa e cappuccio. Ma per i militari non vi sarebbero stati dubbi. La donna, sempre secondo lo spaccato investigativo, sarebbe stata incaricata d’incendiare l’auto per una manciata di soldi. Per quattrocento euro o poco più.