Pubblicato il: 14/03/2023 alle 19:53
Pagare i debiti, pagarli presto per svegliarsi dall'incubo, per riuscire a liberare il figlio dalla morsa degli usurai. L'unica cosa che contava per questa mamma era aiutare suo figlio. É la storia di una madre di Rapallo che si è trovata a prendere una decisione molto importante, in poco tempo. Si è trovata di fronte a un bivio, suo figlio era disperato: troppi debiti e un usuraio che batteva cassa. Ma è anche la storia di una denuncia che ha risolto i problemi di una vittima di usura e di giustizia, perché i beni che sono stati sacrificati agli strozzini sono tornati ai legittimi proprietari.
Così la donna, qualche anno fa, ha deciso di privarsi di un appartamento vendendolo. Anzi svendendolo. L'importante era "liberare" il suo ragazzo dall'angoscia. I carabinieri di Santa Margherita Ligure, con un'indagine capillare e grazie alle confidenze della donna, sono riusciti a far condannare l'usuraio e a far restituire l'appartamento alla famiglia. Oggi la donna è tornata in possesso della sua casa. Tutto ha inizio sette anni fa: nel 2015 i carabinieri avviano un monitoraggio delle aziende in difficoltà economica e esposte a fenomeni di usura. Così incappano nel titolare di un centro scommesse che lavorava a singhiozzo. Da tempo alternava brevi fasi di esercizio a lunghi periodi di chiusura. L'analisi patrimoniale condotta sul conto del titolare ha consentito di accertare che la famiglia dell'uomo aveva ceduto un'unità immobiliare a un prezzo nettamente inferiore ai valori correnti di mercato. Perché quella svendita operata in fretta e furia?
La madre della vittima, ascoltata dai militari, si è sentita incoraggiata dal supporto morale fornito dagli uomini dell'Arma e ha deciso di raccontare tutto. Il figlio, in stato di forte bisogno economico e in preda alla disperazione, si era rivolto a un soggetto per sanare la propria situazione debitoria. Quale corrispettivo delle prestazioni di denaro gradualmente elargite, l'usuraio applicò sin da subito tassi usurari del 300% sulle somme prestate, arrivando ad aggredire, con raggiri e mezzi fraudolenti, anche il patrimonio immobiliare della famiglia, costretta a cedere un appartamento.
Gli ulteriori accertamenti dei carabinieri Santa Margherita Ligure portarono nel 2016 alla denuncia dell'usuraio per i reati di usura aggravata e continuata, estorsione, falsità ideologica commessa in atto pubblico, con conseguente sequestro dell'appartamento sottratto alla disponibilità della famiglia. Nel 2018, il Tribunale di Genova, aveva condannato in primo grado l'usuraio a 5 anni di reclusione e contestualmente, era stata disposta la revoca del sequestro e dichiarati nulli gli atti di relativa compravendita e ogni altra scrittura notarile. Nel 2021 Corte di Appello di Genova e nel 2022 la Corte di Cassazione, hanno confermato integralmente l'impianto accusatorio disponendo la revoca del sequestro dell'immobile e la restituzione alla famiglia vittima di usura.