Pubblicato il: 22/03/2023 alle 20:50
Si è tenuta ieri mattina a Palermo un’altra udienza del processo per l’omicidio di Aldo Naro, il giovane medico ucciso nella discoteca Goa la notte del 14 febbraio 2015. Presenti in aula i genitori della vittima, il generale dei carabinieri Rosario Naro e sua moglie Anna Maria Ferarra, difesi dagli avvocati Salvatore e Antonino Falzone. Nel corso dell’udienza, svoltasi davanti alla prima sezione della corte di assise, sono stati sentiti come testimoni Francesco Meschisi, allora responsabile della sicurezza della discoteca, Filippo Zito e Placido Lucchese, entrambi buttafuori abusivi provenienti dal quartiere Zen, e Giuliano Bonura, uno degli amici di Aldo Naro, che quella sera era truccato da Joker, proprio come la vittima.
Pur essendo presente nel privé, Bonura ha dichiarato di non avere assistito a nessuna fase dell’aggressione di Naro. Avrebbe perso di vista l’amico al momento dello scoppio della lite per i cappellini e l’avrebbe ritrovato esamine nel giardino della discoteca. Ha però indicato i nomi di due amici che si trovavano “in una posizione privilegiata” e che potrebbero aver visto qualcosa. Nel corso dell’esame la difesa di parte civile ha chiesto alla corte di acquisire il certificato del pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia a firma del medico Rosario Urso in cui si legge testualmente: “Gli amici riferiscono che la vittima è stata colpita due volte alla testa”. Rispondendo alle domande degli avvocati Falzone, il teste Bonura ha affermato di essersi effettivamente recato al pronto soccorso, dopo l’arrivo dell’ambulanza in discoteca, ma di non essere stato lui a riferire al medico la circostanza riportata nel certificato. Ha inoltre dichiarato di non ricordare quali altri amici erano presenti con lui al pronto soccorso mentre veniva accertata la morte