Pubblicato il: 06/04/2023 alle 15:53
Una relazione tra due colleghi in divisa che si trasforma in un incubo, asfissiata dal laccio di quella “gelosia ossessiva” che le indagini della procura di Perugia catalogano come stalking. La frequentazione è iniziata negli uffici della polizia locale, tra una vigilessa e il suo comandante, ed è finita con una querela nei confronti di lui, indagato dagli inquirenti umbri per atti persecutori, per avere dato fuoco all’auto della ex fidanzata e per averle rubato e modificato le password per tenerla sotto controllo e diffonderne i contenuti. Adesso a separare la ex coppia e tenere l’indagato a distanza di sicurezza di almeno 500 metri dalla donna c’è un braccialetto elettronico, che il comandante della polizia locale dovrà indossare in base a un divieto di avvicinamento firmato dal gip di Perugia.
A finire sotto indagine è Pierluigi Casale, che sulle spalline della divisa da vigile urbano ha i gradi di ufficiale e l’incarico di comandante della polizia locale del Comune di Cellole, nel Casertano. L’anno scorso inizia la relazione con la vigilessa che per un periodo si era trasferita nella località campana. La storia va avanti anche quando la donna torna in Umbria per esigenze professionali ma, secondo la denuncia della vigilessa, l’allora fidanzato “cercava di controllarla in merito alle sue amicizie luoghi frequentati” per il timore di essere tradito.
"La pressione e l“atteggiamento sempre più indagatore”, si legge nella ricostruzione fatta nell’ordinanza dal giudice Angela Avila, prosegue fino a superare il confine della vita privata quando l’ufficiale 46enne si offre di seguire i lavori di manutenzione della casa della fidanzata e lo stesso giorno le scrive su whatsapp di “sapere tutto”. Un messaggio seguito da screenshot di conversazioni private della donna, a cui chiede di postare pubblicamente sui social “una fotografia che li ritraeva insieme, in modo da far capire a tutti che loro due erano fidanzati”. Per l’agente la sola spiegazione è che l’uomo sia entrato in casa da una finestra e si sia “abusivamente impossessato di tutte le credenziali, password e pin personali al fine di accedere e monitorare tutti i suoi profili social”, scrive in una nota del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Password e numeri di telefono contenuti in un diario e un’agenda personale che la donna custodiva in casa.
Da quel momento la vigilessa decide di chiudere la relazione, ma il meccanismo perverso del controllo va avanti con una pioggia di chiamate e messaggi e con la diffusione di contenuti personali. Offese, minacce scritte o vocali a qualsiasi ora del giorno e della notte, che avrebbero avuto il fine di costringerla a riprendere la relazione, dal tono “se mi denunci giuro sopra i miei figli che ti rovino”, secondo la denuncia presentata dalla vigilessa, rappresentata dall’avvocato Delfo Berretti. Messaggi che si estendono alla cerchia di amici, colleghi e familiari della ex finita nel mirino, alla quale il mittente avrebbe imputato relazioni sentimentali anche con uomini sposati.
“Le numerose vessazioni psicologiche perpetrate nell'ultimo periodo dall'indagato – scrive la procura di Perugia in una nota – raggiungevano l'apice all'inizio dello scorso mese, in cui si verificava l'incendio dell'autovettura della donna che si propagava anche su due altri veicoli”. L’episodio è del 12 marzo, quando la Cinquecento della vittima, parcheggiata in una frazione della periferia Est di Perugia, prende fuoco. Il quadro indiziario a carico dell’indagato, raccolto dalle indagini dei carabinieri di Ponte San Giovanni e della compagnia di Perugia, comandata dal tenente Tamara Nicolai, è considerato dagli inquirenti “grave e univoco”. A collocare Casale nei pressi del rogo, per gli inquirenti sono l’analisi delle celle del suo traffico telefonico, le dichiarazioni di un testimone che afferma di avere visto un’auto come la sua allontanarsi dall’area dell’incendio e il fatto che l’ufficiale di polizia locale sia stato stato fermato dalla polizia stradale di Todi.
Gravi indizi di colpevolezza e “pericolosità sociale” che hanno motivato il divieto di avvicinamento e di comunicazione in qualsiasi forma con la ex fidanzata e l’applicazione del braccialetto elettronico per l’ufficiale di polizia locale. Un’ordinanza che ieri è stata notificata dai carabinieri di Perugia e di Sessa Aurunca, contestualmente a una perquisizione dell'abitazione del comandante e del suo ufficio nel Comune di Cellole. (di Antioco Fois, La Repubblica)