Pubblicato il: 10/04/2023 alle 18:29
"Mi ha scagliato un centrotavola di vetro in faccia, ho rischiato di perdere un occhio. Ancora non riesco a rendermene conto". È ancora provato Cristian Sicuro, 27 anni, responsabile di sala dello storico ristorante "Maffei" di Verona, aggredito da due clienti del locale lo scorso martedì sera. Uno gli ha tirato un pugno in pieno volto, l'altro – una donna – gli ha scagliato sul naso un centrotavola in vetro rompendogli il setto nasale. "Giovedì ho subito un intervento chirurgico in anestesia totale per il recupero funzionale del naso. Ma i medici mi hanno detto che avrei potuto perdere anche un occhio o rimanere in sedia a rotelle. – racconta in un'intervista al Corriere della Sera rilanciata da Dagospia -. Ho ancora molto dolore, mi hanno dato 30 giorni di prognosi e probabilmente più avanti dovrò subire un intervento di rinoplastica".
L'aggressione risale a martedì sera, durante la rassegna del "Vinitaly". Un gruppo di persone telefona al ristorante per prenotare un tavolo da 16: "Ho proposto due tavoli, uno da dieci e uno da sei, al piano inferiore, dove c’è la nostra cantina. – ricorda il 27enne -E abbiamo accettato anche un’altra loro richiesta a cui normalmente diciamo di no: quella di aprire una bottiglia di loro proprietà al ristorante. Ma ci hanno detto che avevano lo stand al Vinitaly e ci tenevano". Stando al racconto della vittima, la comitiva è piuttosto chiassosa e prende di mira una collaboratrice del locale: "Si urlavano da un tavolo all’altro e perché continuavano a prendere di mira una cameriera. – è la versione di Cristian Sicuro – Non ripeto battute sessiste uscite dalla loro bocca quando la collega si è chinata per pulire il pavimento dopo che uno di loro ha fatto cadere un piatto di pasta. Poi hanno rotto alcuni bicchieri. E anche toccato le bottiglie da esposizione che abbiamo in cantina". E ancora: "Un cameriere mi ha richiamato mentre era al piano superiore, mi ha detto che si lanciavano le magnum di Amarone, che si facevano i selfie con le bottiglie. Sono sceso e ho detto: 'Queste è meglio se le lasciate al loro posto'. Mi hanno ascoltato tutti, tranne il ragazzo che poi mi ha aggredito. Allora gliel’ho strappata dalle mani e l’ho rimessa io nell’espositore".
Nonostante le premesse non fossero incoraggianti, la serata procede senza particolari intoppi. Fino a quando, al momento di pagare il conto, il responsabile di sala del "Maffei" ha uno scambio di battute con un dei clienti. "Ho incrociato lo sguardo con quel ragazzo, doveva essere mio coetaneo. – ricorda Cristian Sicuro – Gli ho detto che quella sera lui e i suoi amici si erano comportati in modo maleducato. Poi, a un certo punto è passata la cameriera che aveva servito il loro tavolo. E io ho detto a lui: 'Ecco, lei l’avete resa martire questa sera con le vostre battute'". Poi, accade l'imprevedibile: "Lui (il ragazzo ndr) ha abbassato lo sguardo e mi ha sferrato un pugno in pieno viso, che è andato a colpire l’occhio sinistro". Il 27enne non fa in tempo a riprendersi dal dolore che una donna gli scaglia un centrotavola in vetro dritto sul naso: "Mentre io mi tenevo l’occhio dal dolore ho fatto in tempo a vedere la sua ragazza che prendeva qualcosa, era un centrotavola in vetro, e me l’ha scagliato in faccia, provocandomi un fortissimo dolore al naso".
La brutale aggressione è costata carissima al 27enne che, lo scorso giovedì, è stato costretto a subire un intervento chirugirco al setto nasale. Il titolare del locale ha già sporto denuncia: "Nei prossimi giorni lo farò anche io", assicura la vittima. Attraverso i social è riuscito a rintracciare la donna che lo ha colpito col centrotavola, ma non il ragazzo che gli ha sferrato il pugno: "Altri li abbiamo trovati con il mio titolare sempre sui social. So che lui ha chiamato, ma tutti dicono che non li conoscevano quei due. Eppure le immagini delle telecamere di sicurezza sono evidenti, c’è qualcuno che copre la fuga del ragazzo che mi ha aggredito, che quasi lo scorta all’esterno". Le telecamere di sorveglianza del ristorante hanno ripreso la scena: "Mi aspetto che la giustizia faccia il suo corso", conclude la vittima. Dai presunti aggressori non c'è stata nessuna telefonata di scuse: "Vorrei domandare loro questo: 'Ma vi rendete conto di quello che avete fatto o ce l’avete nel Dna una molla che vi spinge a rovinare le persone con la violenza?". (di Rosa Scognamiglio, Il Giornale)