Pubblicato il: 19/04/2023 alle 10:06
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nell’arco di diciotto mesi (a cavallo tra 2020 e 2021) era riuscito a sottrarre alla banca per cui lavorava, una somma che sfiorava i 500mila euro. Un vero e proprio tesoro, che avrebbero eroso alle spalle dei suoi superiori, effettuando prelievi in contanti direttamente dalla cassa continua, a una media di circa mille euro al giorno. Il cassiere infedele, riminese di 30 anni, era stato però scoperto e accusato di appropriazione indebita aggravata. Le sue vicende giudiziarie si sono però concluse con una sentenza di non luogo a procedere, emessa dal gup del tribunale di Rimini. Difeso dagli avvocati Luca Greco e Francesca Giovanetti, il riminese ha raggiunto nelle ultime settimane un accordo transattivo segreto con la banca.
A seguito del perfezionamento dell’accordo, l’istituto di credito ha proceduto alla remissione della querela. Per effetto delle novità introdotte con la riforma Cartabia, il reato di appropriazione indebita risulta perseguibile solo previa querela di parte. Motivo per cui le accuse a carico dell’indagato sono venute a decadere. Per questo motivo il 30enne è stato prosciolto.