Pubblicato il: 20/04/2023 alle 10:18
(di Rosalba Emiliozzi, Il Messaggero) Ha rischiato il linciaggio Roberto Ionni, allenatore e presidente dell’Alba basket, che martedì sera ha travolto e ucciso Roberta Fiano, ferendo l’amica che con lei stava attraversando la strada a Tortoreto, in provincia di Teramo. «Roberto è disperato, sotto choc, comprende il dolore e la sofferenza che ha provocato – dice il suo avvocato Giulio Michele Lazzaro – è stata una tragedia». Ieri pomeriggio è stato a trovare il suo cliente a casa, dove è ristretto agli arresti domiciliari. «Si sente un mostro, mi ha detto “L’ho uccisa, non vivo più”. È in forte stato di prostrazione, sono preoccupato per lui e sto valutando un sostengo psicologico». Ionni è stato trovato positivo all’alcoltest. La magistratura contesta la lettere B della guida in stato di ebbrezza, vale a dire un tasso alcolemico al di sotto di 1,5 grammi per litro. Nelle due prove consecutive i carabinieri hanno rilevato prima 1,20 di tasso alcolemico nel sangue, poi 1,17. La causa dell’incidente è anche la velocità. Ionni lo ha subito ammesso davanti ai carabinieri che viaggiava sopra il limite di 30 km/h, che vige sul lungomare senza non poche polemiche, ma non ha saputo dire quanto segnava il contachilometri.
Ionni era alla guida del furgone della squadra di basket e stava tornando a casa dalla fidanzata. «Aveva appena finito di lavorare nella società sportiva di cui è anche legale rappresentante», spiega l’avvocato. L’investimento poco prima delle 22. «Roberto Ionni si è subito prodigato per chiamare i soccorsi e in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, ha praticato il massaggio cardiaco alla donna, anche io mi sono precipitato sul posto, c’erano molte persone, inveivano contro di lui». Urla di disprezzo e accuse verso il conducente del furgone che si sono sopite solo dopo l’arrivo dei carabinieri. «Roberto, persona seria, si è subito reso contro della gravità dei fatti e si è comportato in maniera specchiata, ha prestato aiuto avendo anche un attestato di primo soccorso ed è rimasto fino alle 3,30 di notte sul posto, si è preso tutte le sue responsabilità. Oggi è un uomo disperato. Piange, non sa darsi pace. È molto provato. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per queste famiglie».