Pubblicato il: 21/04/2023 alle 16:49
Quattro anni di servizio, dopo aver vinto un ricorso che gli era valso l’assunzione in polizia, poi la notizia dell’appello del Ministero di Giustizia e il suo posto inizia a vacillare. Grazie all’intervento dei suoi legali, il Consiglio di Stato rigetta la richiesta del Ministero e il poliziotto conserva posto e divisa. Era il 2018 e un ragazzo di Bagheria partecipa al concorso in polizia, ma viene escluso dalle prove psicofisiche in quanto non rientrava nei parametri fisici previsti per massa grassa. Le misurazioni, in sede concorsuale, però non erano state effettuate in maniera corretta e il suo indice di massa corporea risultava errato, tanto da compromettere l’intero iter concorsuale. Non ritenendo corrette le misurazioni, si è rivolto allo studio legale Leone-Fell per contestare l’esclusione.
I giudici del Tar non solo accolgono il ricorso, ma ne dispongono l’assunzione. Una volta assunto, ha giurato e prestato servizio fino a giugno del 2022, quando il Ministero, a conclusione della causa di primo grado decide di proporre appello. “Il nostro staff legale – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo dello studio legale Leone-Fell – ha portato avanti la causa, dimostrando sia in primo grado che in secondo che vi era stata un’errata valutazione medica e che dunque l’esclusione era illegittima. In ogni caso, non può esserci alcun tipo di esigenza cautelare che possa prevalere sul suo interesse a lavorare. Lavoro che in questi anni ha svolto anche in maniera lodevole”.
Il Consiglio di Stato mette un punto alla vicenda, rigettando la richiesta del Ministero e confermando il poliziotto in servizio. Scrivono i giudici: “Considerato che, in relazione al lungo lasso temporale trascorso, non sussiste il danno grave ed irreparabile dedotto dall’Amministrazione a sostegno della domanda cautelare di sospensione della sentenza”.