Pubblicato il: 07/05/2023 alle 17:29
Lo scorso mese di marzo di quest’anno, l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha pubblicato il rapporto annuale sul servizio idrico integrato. Uno studio completo e ricco di dati e tabelle di confronto, sulla governance in Italia del servizio idrico integrato (erogazione idrica, fognatura e depurazione). La lettura completa del rapporto (ben 53 pagine) ci offre uno spaccato concreto ed impietoso delle inefficienze che da decenni si registrano in uno o forse il più importante servizio pubblico (l’acqua è bene essenziale per antonomasia). Qui non indugeremo sugli aspetti più propriamente gestionali e tecnici che richiederebbero una disamina lunga e tecnicamente complessa; ci soffermeremo su uno degli aspetti più rilevanti: le tariffe del servizio che constano di tre voci e cioè consumo idrico, fognatura e depurazione.
Sotto questo profilo il rapporto ci presenta una situazione molto articolata; infatti riportiamo testualmente: “Dal punto di vista delle tariffe applicate e quindi della spesa annua sostenuta dalle famiglie per il servizio idrico integrato continuiamo a registrare notevoli differenze tra le regioni e all'interno delle stesse, nonostante il processo di omogeneizzazione, semplificazione e razionalizzazione della struttura dei corrispettivi su scala nazionale, delineato da ARERA anche al fine di incentivare comportamenti efficienti in termini di conservazione della risorsa e dell'ambiente. Tuttavia anche in questo caso le previsioni di ARERA non sono ancora del tutto applicate soprattutto nelle aree meridionali”
E ancora: “La nostra indagine annuale ha riportato le simulazioni rispetto ad una famiglia tipo di 3 componenti nelle due ipotesi di consumo: Ipotesi A (consumi annui di 192 mc) che è quella tradizionalmente considerata dal nostro Osservatorio nel corso degli ultimi 18 anni; Ipotesi B (consumi annui di 150 mc). Oltre a far emergere le variazioni di costo intervenute tra 2021 e 2022 in tutti i capoluoghi di provincia italiani, ciò che vogliamo sottolineare è la possibilità di risparmio legato ad un uso più contenuto della preziosa risorsa idrica che porterebbe benefici sia in termini economici che ambientali. Sono molto elevati i margini di risparmio idrico considerato che gli italiani sono quelli che in Europa consumano più acqua (la media europea è di 120 litri per persona al giorno e quella italiana è di 236) ma ne hanno una erronea percezione, con tendenza a sottovalutare i propri consumi rispetto alla realtà. Dall’analisi effettuata emerge che nel 2022 la spesa media per la famiglia tipo individuata, calcolata sul consumo di 192 metri cubi annui, è pari a €487 con una variazione in aumento del 5,5% rispetto all'anno precedente. Nel caso in cui invece la nostra famiglia abbia consumato meno acqua, attestandosi sui 150 metri cubi annui, la spesa per il 2022 sarebbe di € 358 (+5,8% rispetto al 2021) e il risparmio rispetto all'ipotesi A sarebbe di € 129.”
Possiamo quindi passare alla disamina delle tabelle di confronto delle tariffe applicate nel 2021 e 2022 dagli E.G.A. (Enti di Governo d’Ambito), che in Sicilia si chiamamo A.T.I. (Assemblea Territoriale Idrica), che sono enti di gestione dell’A.T.O. cioè dell’Ambito Territoriale Ottimale che per Caltanissetta comprende tutti i Comuni del Libero Consorzio Comunale (ex Provincia). Dalle tabelle apprendiamo che sia nel 2021 che nel 2022 l’A.T.I. di Caltanissetta si colloca ai primi posti in Italia (nel 2022 addirittura al 9°) per livello delle tariffe, relative alla fascia di consumi pari a 192 mc. annui, superata in Sicilia soltanto dall’A.T.I. di Enna. I numeri sono veramente impressionanti, se paragonati con le tariffe di citta come Milano, Caltanissetta (2022: € 722,00 Milano € 183,00 – 2021 Caltanissetta € 695,00 Milano € 162,00).
La situazione non migliora per la fascia di consumi pari a mc.150 annui. Il confronto è sorprendente anche se limitassimo il perimetro alle A.T.I. siciliane: Enna e Caltanissetta sono nettamente avanti a tutte le altre Province che distanziano in maniera rilevante. Basti pensare che Caltanissetta nel 2022 ha una tariffa di € 722,00 per un consumo di mc.192 annui, superata solo da Enna, mentre la Provincia siciliana che segue (Agrigento) si attesta ad € 544,00, mentre per la fascia di consumo di mc.150 annui, Caltanissetta ha una tariffa nel 2022 di € 468,00, superata al solito solo da Enna, mentre la Provincia che segue immediatamente (Ragusa) ha una tariffa di € 378,00. Ciò significa che gli utenti idrici della Provincia di Caltanissetta sono chiamati a pagare bollette tra le più alte d’Italia e le più alte della Sicilia, ad eccezione di Enna. Come si giustifica tutto ciò? Quali sono gli elementi di costo che incidono in misura così rilevante da far assurgere Caltanissetta ai vertici nazionali di questa poco lusinghiera classifica?
Risulta, inoltre, che Caltaqua nell’Aprile 2022 ha avuto nuovi fondi per la riduzione delle perdite, digitalizzazione e monitoraggio della rete; somme ricevute dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, nonché sempre nel corso del 2022 altri finanziamenti dello Stato. A fronte di tutto ciò non corrispondono da parte della Società, nell’anno in questione, investimenti con fondi propri. Quindi, la tariffa non poteva essere aumentata, in quanto la stessa può essere aumentata per gli investimenti eseguiti con risorse proprie del gestore.
E’ realistico ipotizzare che in provincia di Caltanissetta scontiamo un costo dell'acqua eccessivo come materia prima, (0,69 €/mc), acquistata sempre da Siciliacque, ed a nulla è valsa la sentenza del Tar e dopo del CGA che ha decretato elevato questo costo dell'acqua. E va qui ricordato come si sia sentenziato che l’acqua all’ingrosso non possa essere venduta a un prezzo superiore a €30,00 a mc. Possiamo aggiungere anche che in Sicilia scontiamo una eccessiva dispersione idrica, che paghiamo sempre; in provincia di Caltanissetta la dispersione dovrebbe aggirarsi realisticamente intorno al 30% (dichiarato da Caltaqua 23,5%).
Sarebbe importante che l’A.T.I. facesse chiarezza e spiegasse in maniera esaustiva e documentata questi dati che a noi utenti nisseni sembrano paradossali. Ma altrettanto importante sarebbe che il Governo regionale mettesse le mani su questa insostenibile situazione.
Collettivo Letizia
Forum Beni Comuni
Partito Democratico