Pubblicato il: 01/05/2015 alle 14:00
Timida, silenziosa, secchiona agli occhi dei suoi compagni della scuola media per cui urlare, fare scherzi e confusione è la normalità, Bianca Chiabrando invece di scappare dalla sua “irrecuperabile” classe ha deciso di raccontarla in quello che poi è diventato un libro: “Il caso 3/a D' (pp 216, euro 14), pubblicato da Mondadori. Accompagnato dai disegni della scrittrice in erba, che ora ha 15 anni ed è anche suonatrice di pianoforte, il libro, per ragazzi dagli 11 anni, ha avuto un successo al di là di ogni aspettativa e, dopo aver portato l'autrice all'ultima Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, la vedrà il 14 maggio al Salone off di Torino.
“E' meglio affrontare le cose che scappare. Non volevo che a vincere fosse la mia timidezza. Basta mettersi in gioco. Se stai fermo a guardare cosa succede e fai la vittima non vai da nessuna parte. Bisogna sempre provarci affrontando tutto con ironia, divertendoti. In fondo siamo ragazzi, si può sempre scherzare, ovviamente nei limiti” dice la Chiabrando che è nata a Milano, dove vive, nel 1999. A osservare i suoi compagni e poi a scrivere e disegnare di loro ha cominciato durante la terza media, dopo essere sopravvissuta a due anni nella sua indisciplinata classe e aver deciso che da grande farà la psicologa, come la mamma.
Nella foto di classe che apre il libro troviamo il ritratto perfetto dei cinque scatenati protagonisti de ‘Il caso 3/a D': ‘il soggetto Gabriel Gomma', ‘il soggetto non umano Zarino', ‘il soggetto singolare Cipolla', ‘il soggetto Massimo Mazzolino' e il ‘soggetto Franco Frangia' oltre a Sigmund Freud e Carl Gustav Jung a cui la Chiabrando scrive una divertente lettera. “Mi è sempre piaciuto disegnare. Anche in classe facevo schizzi. I disegni che aprono il libro sono molto stilizzati, come vignette. Mi divertono perché sono immediati e rendono bene. Anche scrivere è sempre stata una mia passione. Tenersi tutto dentro fa male. Scrivere, anche raccontando le cose a se stessi può aiutare molto” racconta Bianca. “La scrittura mi ha aiutato a superare la timidezza e mi ha dato molta sicurezza. Adesso faccio meno fatica a parlare e a fare amicizia” aggiunge la Chiabrando che spiega anche di non “essere mai stata una secchiona”.
“Tutto è cominciato due anni fa, al secondo quadrimestre della terza media. Mi sentivo così distante dai miei compagni, in soggezione, che ho deciso di osservarli e alla fine siamo diventati amici. Prima quasi non ci rivolgevamo la parola. Era una paura reciproca. Loro mi vedevano come qualcosa di strano e io pure. Un giorno hanno trovato un foglio con la storia della 3/a D sul mio banco e ridevano chiedendomi di farne delle fotocopie” racconta Bianca che ora frequenta il liceo classico musicale. “Non pensavo che avrebbero accettato così bene questo libro. Alcune cose potevano suonare offensive, anche se non era questa la mia intenzione, e invece si sono sentiti celebrati.