Pubblicato il: 02/08/2022 alle 09:03
Grande partecipazione ieri pomeriggio all’evento organizzato dalla cooperativa sociale Etnos “Avrei voluto salvarlo. Dialogo letterario di strada sugli uomini maltrattanti”, che si è svolto nel locale Equocream di via Rosso di San Secondo n. 122, insieme al questore Emanuele Ricifari, al direttore dell’Uepe di Caltanissetta ed Enna Rosanna Provenzano, alla psicologa e psicoterapeuta, responsabile Saum Maria Concetta Muscò, il giudice Giovanbattista Tona, il presidente della cooperativa sociale Cipm Paolo Giulini ed altre personalità impegnate in questo campo.
A moderare l’incontro il presidente della cooperativa sociale Etnos Fabio Ruvolo. In mattinata era stato siglato un protocollo d’intesa in questura “per la prevenzione e il contrasto della violenza domestica e di genere attraverso la promozione ed attuazione di programmi di recupero degli autori di reato” tra la Questura, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) di Caltanissetta ed Enna e le cooperative sociali Etnos e CIPM. A Caltanissetta i destinatari dell’ammonimento del questore per atti persecutori, violenza domestica e cyberbullismo frequenteranno programmi di recupero organizzati dai servizi del territorio.
“Questo protocollo è fondamentale – spiega il direttore dell’Uepe Rosanna Provenzano – perché ci induce a un lavoro integrato, non soltanto della presa in carico a valle del reato, perché già commesso, ma si comincia a lavorare a monte, nella fase preventiva. A partire cioè da quei segnali che vengono intercettati dalla questura e che quindi vengono molto spesso trattati con gli ammonimenti. Si tratta di integrare, non soltanto metodi di lavoro diversi, la cooperativa che prende in carico e la formazione del Cipm di Milano, ma soprattutto di leggere in modo integrato il territorio. Potremmo infatti cominciare a fare una mappatura del rischio del territorio e avere un approccio multi-agency, cioè allargare l’orizzonte di senso e avere una verità più ampia e migliore, diversa, che include tutte le posizioni. La logica è uscire dal proprio perimetro per guardare il bene comune a 360 gradi”.