Pubblicato il: 10/02/2021 alle 19:09
In occasione della campagna One bilion rising 2021 #coltiviamo la non violenza, l'associazione Ondedonneinmovimento in collaborazione con Galatea onlus e con la cooperativa sociale Etnos ha organizzato un incontro, che si svolgerà sabato13 febbraio, con la professoressa Graziella Priulla per dialogare con lei del suo ultimo libro “Violate: sessismo e cultura dello stupro”.
L'evento, che potrà essere seguito in diretta online dalla pagina facebook e dal canale you tube di Etnos a partire dalle ore 17, sarà coordinato da Ester Vitale, portavoce di Ondedonneinmovimento, ed interverranno: Milena Avenia, Anna Giannone, Fabio Ruvolo e Lidia Trobia.
La prof.ssa Priulla, docente universitaria di sociologia dei processi culturali e comunicativi, scrittrice e saggista, ha alle sue spalle parecchie pubblicazioni in materia di linguaggi comunicativi della pubblicità e della politica, rappresentazione e costruzione della realtà attraverso il mezzo televisivo, stereotipi di genere e sessismo.
“I social network – afferma la scrittrice, nel corso di una breve intervista – non sono un paese per le donne, perché è proprio lì che vengono messe nella gogna mediatica, dove il linguaggio diventa uno strumento per denigrarle, umiliarle ed emarginarle, non solo nella rete ma anche nelle vita reale. Il degrado del linguaggio, infatti, si trasforma prima o poi in violenza reale”.
“Il parlare sboccato – continua la Priulla – è ormai diventata un'abitudine quotidiana che denuncia la mancanza di idee, l'incapacità di ragionare. Da qui la deriva autoritaria e la regressione culturale che sta attraversando il nostro Paese”.
“Vi è una sostanziale mancanza di rispetto – prosegue la Priulla – gli uni/e per gli altri/e, e quel che è peggio, si confonde l'insulto con la critica e ci si indigna troppo o troppo poco. Il vero dissenso non può essere quello di “pancia”, ipocritamente spontaneo, bensì quello meditato e organizzato. Non ho assistito a nessun levar di scudi di fronte al preoccupante aumento dei femminicidi dall'inizio del 2021 (13% in più rispetto agli altri omicidi ), perché evidentemente non si riesce ancora a comprendere che è una tragedia, a causa di una informazione distorta che non consente una piena consapevolezza del fenomeno”.
“Quello che si deve fare con urgenza – conclude la Priulla – è puntare sul dissenso sistematico, di tutte le forme di violenza di cui il femminicidio è la punta dell'iceberg, senza sconti e tentativi di giustificazione. Bisogna smontare la cultura dello stupro (cultura e stupro sono due termini soltanto in apparenza antitetici), che ha alle spalle tre millenni di “educazione” di genere con risultati che sono sotto gli occhi di tutti/e. Le famiglie e la scuola hanno un ruolo fondamentale nell'educazione degli e delle adolescenti, perché sono loro che devono dare un significato a tutto quello che viene proposto, specialmente dalla rete. Non dimentichiamoci, infatti, che accanto alle violenze reali esistono le violenze “virtuali” (cyberviolenze), di cui le giovani adolescenti stanno pagando il prezzo più alto”.
Fondamentale in tal senso è dare potere politico alle donne, superando la visione patriarcale e maschilista che l'ha connotato finora. Sedere in condizioni paritarie al tavolo della politica per prendere parte alle decisioni che riguardano il futuro socio-economico-culturale del Paese, di cui rappresentano il 51,3% della popolazione.