“Cosa Nostra” e “Stidda” convivono pacificamente. E’ quanto emerso dalla relazione del presidente reggente della Corte d’Appello di Caltanissetta Giuseppe Melisenda Giambertoni per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Le due associazioni mafiose ‘storiche’ – ha detto Melisenda Giambertoni – in passato hanno avuto momenti di scontro violentissimo ma da tempo hanno preferito optare per una convivenza pacifica. Non si sono riscontrati negli ultimi quattro anni omicidi riconducibili allo scontro tra le due organizzazioni”.
Il presidente della Corte d’Appello ha aggiunto che “La Stidda, benché colpita da un’operazione di ampio respiro alla fine del 2019 (‘Stella cadente’) sembra voler mantenere una presenza più “visibile” e una certa forza di intimidazione ‘militare’”. Ed ancora: ”continua ad essere molto forte il senso di appartenenza ai sodalizi mafiosi; si pensi, per esempio, che l’affiliazione alla ‘Stidda’ si era già tradotta in comportamenti iconici da parte di alcuni giovani i quali, mutuando condotte proprie di altre tradizioni mafiose, si sono tatuati una “stella a cinque punte” a rimarcare l’appartenenza all’organizzazione”.