Pubblicato il: 19/08/2015 alle 09:22
La notte tra il 17 e il 18 agosto a Riesi un centauro, con la sua moto, ha sbandato ed è finito prima contro un’auto e dopo sul marciapiede. La pattuglia dei Carabinieri, immediatamente contattata, è arrivata soltanto due ore dopo. Un ritardo dovuto dal fatto che i militari sono partiti da Gela e, prima di raggiungere il luogo dell’incidente per effettuare i rilievi, hanno dovuto percorrere 42 chilometri.
“Riesi ha bisogno di avere più uomini in servizio” E’ questo l’appello del presidente NCD di Riesi, Eugenio Di Francesco, a tutti gli organi di competenza.
Nulla contro i militari in servizio nel comune riesino che, pur in numero ridotto, “hanno fatto tanto e continuano a dare tanto contro il continuo perseverare di furti nelle campagne e non solo, la presenze e l’abuso di droga e alcool tra minori e giovani, i crescenti episodi di micro e macro criminalità, l’assenza a volte totale del rispetto delle regole e del codice della strada e dell’obbligo di indossare i caschi di protezione”.
Il territorio di Riesi, ha spiegato Di Francesco, è vasto e serve un potenziamento della stazione dei carabinieri che possa dare la giusta attenzione a fenomeni come lo spaccio di droga, il proliferarsi della coltivazione di cannabis “ma occorre avere un servizio anche notturno, vista la movida riesina e la presenza di emigrati che passano il periodo di vacanza nella loro terra di origine. Èimpensabile che per un interveto bisogna attendere due ore e che debba arrivare una pattuglia di gela che si trova a oltre 40 chilometri.
I carabinieri a Riesi – ha continuato il rappresentante di Ncd – sono un simbolo e una presenza preziosa e come tale ha bisogno del nostro stimolo, rispetto e della nostra attenzione. Riesi ha bisogno di avere più uomini in servizio. Mi chiedo cosa è successo dopo consiglio comunale straordinario indetto dall’ex Prefetto che parlava di un inter forze di polizia sul caso droga e alcol? Dove sono i controlli su quelle vie di spaccio che ancora oggi imperterriti continuano ad essere luoghi di morte? I giovani che scorazzano nelle vie del paese senza caschi è normale che non si prendono provvedimenti? Mi chiedo quali esiti positivi ha prodotto oggi il patto etico, stipulato tra gli enti sani del territorio? Spesso siamo abituati a scaricare le responsabilità o ancor peggio a delegare le responsabilità. La vita dei nostri giovani è preziosa e noi siamo chiamati a tutelarla e a contribuire alla crescite civile e sociale di coloro che saranno il futuro della nostra Riesi. Alcol e droga punti di riferimento dei nostri giovani, che spesso trovano riparo e consolazione nello sballo, causa di una società distratta e priva di senso etico morale, di famiglie che hanno difficoltà a dialogare ed a essere presenti nella vita dei propri figli, un dramma che ogni notte si vive nel contesto giovanile. Il prezioso contributo del mondo della scuola e degli enti educativi non avranno risposte a breve tempo, saranno goccia nell’oceano, che ha bisogno di un supporto in piu che viene dato da somministra bevande.
Ancora una volta – conclude Eugenio Di Francesco – chiedo un attenzione verso questa città, non dimentichiamo i morti tra i giovani che riesi ancora oggi piange per diversi drammi. Non dimentichiamoci che la vita è sacra e noi spetta il compito di difenderla.
Mi auguro che questo articolo di denuncia serva da stimolo e da assunzione di responsabilità, non possiamo rimanere spettatori di queste tragedie umane che intaccano la salute e la vita dei nostri giovani”.