Pubblicato il: 16/02/2018 alle 19:08
Non è la comune truffa che corre su internet. Certo la “rete” avrebbe poi avuto un suo ruolo, ma solo successivamente. Quando i presunti imbrogli, e pure parecchi, erano già consumati. Con acquisti perlopiù di collane di libri di pregio, ma anche monete e monili. Una variante sul tema per un’inchiesta che, alla fine, ha trascinato un piccolo esercito d’imputati sotto accusa. Qualcosa come diciotto in tutto.
Ed a loro la procura ha contestato l’ipotesi di truffa aggravata in concorso. Seppur le loro posizioni passerebbero per un distinguo. Perché alcuni imputati sono ritenuti un po’ il cuore di tutto il sospetto meccanismo, mentre gli altri si sarebbero prestati al gioco.
Un ruolo nodale, secondo l’accusa, lo avrebbero rivestito il quarantunenne Giovanni Capuzzo amministratore unico della «Scalia srl» – società che ufficialmente si sarebbe occupata di lavorazione e commercio del legno, colori, vernici, ferramenta, utensileria e profilati –e, ancora, il quarantaduenne Massimo Siracusa che sarebbe stato collaboratore del primo e, in qualche modo, anche il cinquantenne Vincenzo Pillitteri, agenti di zona per la provincia di Caltanissetta della «Editalia spa», azienda del gruppo poligrafico e zecca dello Stato, società che sarebbe stata raggirata. Con contratti per un totale di oltre 197 mila euro e un danno che sarebbe stato stimato alla fine in 93 a euro. Altre somme le avrebbe incassate una finanziaria.
Nel gran calderone le posizioni di un manipolo di presunti acquirenti compiacenti, firmatati di contratti-trappola. Un lungo elenco che comprende i nomi del quarantasettenne Sergio Siracusa, della trentenne Giuseppina Tromba, del trentaquattrenne Giuseppe Ciresi, del trentasettenne Giovanni Chiarelli, la cinquantanovenne Giuseppina Curatolo, il trentatreenne Gaetano Ferrara, il trentanovenne Antonino Fiore, il trentacinquenne Liborio Fiore, il cinquantaduenne Antonio Giannone, la trentatreenne Lucia Grasso, la ventinovenne Gessica Grasso, il cinquantaquattrenne Giuseppe Locicero, la quarantacinquenne Monica Pilato, latrentasettenne MarcellaStuppia e il cinquantaduenne Emanuele Valenza.
Tutti e diciotto (difesi dagli avvocati Massimiliano Bellini, Alberto Fiore, Maria Francesca Assennato, Manuela Lopiano,Maria Campo ed Antonio La Rocca) tra due mesi saranno processati dal giudice Salvatore Palmeri. Mentre la «Editalia» (assistita dall’avvocato Giacomo Vitello) ha chiesto di potersi costituire parte civile nei confronti degli imputati.
I fatti in questione sarebbero racchiusi tra il 4 febbraio 2011 e il 5 luglio successivo. Mentre sono stati poi denunciati il 22 marzo del 2012.In questi quattro mesi sarebbero stati presentati alla «Editalia» trenta contratti per l’acquisto di merce, con singoli ordini che sfioravano ciascuno anche il tetto dei 10 mila euro. Per comprare, ad esempio «La storia della lira nel regno di Vittorio Emanuele III, serie 1921-1936 oro», o «Solitario italian star», oppure «Il conio delle 500 lire caravelle oro», o, ancora, «Cofanetto 150 anni della Costituzione d’Italia» e tanto altro ancora. Trenta i contratti sottoscritti che – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbero tutti riconducibili alla «Scalia srl», ma 8 di questi sono stati poi annullati. Dodici di queste scritture sono state accettate da Editalia, ma non dalla finanziaria Consum.it, per un valore di poco inferiore ai 98 mila euro.
Gli acquirenti avrebbero versato una minima caparra pattuendo poi il pagamento rateizzato fino a 48 mesi. E come indirizzo di consegna avrebbero tutti indicato la sede della stessa ditta «Scalia». E la merce, peraltro, sarebbe poi stata consegnata non ai compratori ma a Massimo Siracusa.
E v’è dell’altro. Sarebbe poi emerso che le opere acquistate dalla «Editalia» sarebbero poi state messe in vendita sul sito www.easysellingweb.it, da parte di Easyselling che avrebbe sede dove v’è la «Scalia srl». E tutte avrebbero avuto stessa partita Iva e identici recapiti telefonici sia fissi che mobili. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)