Pubblicato il: 06/03/2014 alle 16:37
Addio Province. D'ora in poi in Sicilia ci saranno i Liberi Consorzi e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. L'Assemblea siciliana ha approvato tutte le norme del disegno di legge, rinviando a martedì il voto finale.
“E' stata una grande fatica”, dice il governatore Rosario Crocetta. “C'è stato un incessante lavoro di mediazione che ha portato, alla fine, a esitare una legge persino migliore di quella che avevamo pensato”, aggiunge.
Il percorso per la maggioranza è stato molto difficile, con il governo che è andato sotto più volte durante quasi un mese e mezzo di discussione della riforma, con le opposizioni che hanno fatto ricorso all'ostruzionismo e che durante la maratona parlamentare hanno più volte sostenuto che il testo potrebbe essere impugnato dal commissario dello Stato, perché conterrebbe norme incostituzionali.
Alla fine il ‘salvagente' per Crocetta e la sua maggioranza è arrivato dai 5 Stelle e dal Ncd che hanno garantito col loro voto l'approvazione delle norme più importanti della riforma, a partire proprio dai Liberi consorzi: al momento sono nove, quante le attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti.
Il dato più evidente è che scompare il voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) sono di secondo livello. “Siamo andati avanti con una maggioranza d'aula anche in presenza di voto segreto, lo vedo come un fatto positivo”, afferma il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. “Oggi si è segnato un notevole passo in avanti, un'ulteriore fase di completamento dell'abolizione delle Province avviata un anno fa”, aggiunge Ardizzone, secondo cui “ora si deve puntare in maniera significativa sulle città metropolitane”.
Le norme appena approvate definiscono un quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni di Liberi consorzi e città metropolitane. “La Regione dovrà privarsi delle sue funzioni prima in favore dei Comuni e poi delle città metropolitane – osserva Ardizzone -. Avremo tutto il tempo per far maturare questo percorso”.
Crocetta rassicura il personale degli enti: “I lavoratori non devono preoccuparsi perché saranno valorizzati. Una parte dei funzionari sarà trasferita ai comuni dove potranno mantenere lo status, alcuni andranno nei Liberi consorzi e nelle città metropolitane, questo verrà fatto per migliorare i servizi”.