“Ci hanno raggiunto anche questa volta da tutta Italia e abbiamo realizzato un trasferimento di sapere molto importante”. Questo il primo commento alla fine del congresso Higlights in Neurology organizzato dal primario di Neurologia dell’ospedale Sant’Elia Michele Vecchio nell’auditorium della Banca di San Cataldo. Per tre giorni esperti da tutta Italia si sono confrontati su nuove terapie e approcci sulle tante patologie trattate nel campo della Neurologia. “Siamo molto soddisfatti di averlo organizzato qui a San Cataldo – ha aggiunto Vecchio – con il supporto del Comune all’interno di un auditorium eccellente e super moderno. Alla fine il risultato è stato al di sopra delle attese. Abbiamo accolto personaggi illustri, tra cui il professore Giulio Maira, il più grande neurochirurgo vivente della storia”. Giulio Maira, di origini sancataldesi, è un neurochirurgo di fama internazionale ed è intervenuto con una relazione dal titolo “Una vita nelle neuroscienze”. “Con le sue parole – ha detto Vecchio – ha dimostrato il significato di umanizzare le cure e dare una chance di vita a persone che hanno patologie davvero gravi. E’ stato un insegnamento per tutti noi e ci ha aperto delle prospettive, non solo di pensiero ma di cammino, su quella che deve essere la professione del medico”.
In apertura del congresso era presente il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone, il quale ha annunciato la piena operatività della rete dello stroke (vale a dire l’ictus, ndr) a partire dal primo dicembre. “Ha comunicato – afferma Vecchio – la conclusione di un percorso iniziato nel 2006 con la partecipazione dell’ospedale Sant’Elia a un progetto internazionale in cui si cominciava a utilizzare la terapia fibrinolitica nella cura dell’ictus ischemico. Grazie a questo nel 2012 siamo stati individuati come centro di riferimento per l’ictus e abbiamo cominciato a operare costantemente sullo stroke fino ad arrivare al 2019 quando l’Unità Complessa di Neurologia è stata individuata come centro Hub per la cura dello stroke creando un’area vasta a Caltanissetta, Agrigento ed Enna, e finalmente c’erano le caratteristiche previste dal Decreto Balduzzi per poter attivare la Neuroradiologia interventistica. Siamo giunti adesso alla piena operatività e questo grazie al dottore Caltagirone che ha messo tutte le energie possibili per attivare una convenzione con l’Università di Messina con i neuroradiologi che a partire dal primo dicembre saranno presenti costantemente all’interno dell’ospedale Sant’Elia per entrare nello stroke team e garantire la possibilità di passare a delle terapie ancora più avanzate per contrastare l’ictus. Se dovrà essere trattato il vaso con un approccio interventistico, con la rottura del trombo per via meccanica oppure introdurre all’interno del sistema arterioso e mettere un trombolitico lo faranno i neuroradiologi interventisti. Questo non solo è un punto di svolta ma rappresenta l’obiettivo che la Regione si è data”.
In apertura del congresso è intervenuta anche l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo. “L’assessore Volo – ha detto il primario di Neurologia del Sant'Elia – ci ha dato un contributo molto forte illustrandoci come i prossimi anni saranno decisivi, e di grandi cambiamenti. Nel suo intervento ha detto che dovremo fare le cose perché la legge ce lo impone ma che dovremo farle nel miglior modo possibile, cioè partendo dalle professionalità che ci sono e quelle che dobbiamo migliorare o acquisire”. Il dottore Michele Vecchio è intervenuto anche sulle difficoltà attualmente esistenti al Sant’Elia soprattutto nel reperire nuovi medici. “Sto al Sant’Elia da 30 anni – ha raccontato – prima all’interno del nostro ospedale c’erano delle professionalità, delle avanguardie, e c’era uno stretto contatto di rete con i grandi ospedali della Sicilia e le università. Un qualcosa di non scritto che si determinava. Arrivavano medici con una certa esperienza da fuori, venivano a Caltanissetta, facevano il loro percorso e si creava un sistema per cui la nostra città era una sede ambita. Gli esempi possono essere tanti. Ricordo, uno su tutti, il dottore Candura, un chirurgo palermitano che stava a Trapani, poi a Palermo e poi è venuto a Caltanissetta e qui ha sviluppato la sua vita. Qui adesso viviamo un momento diverso, un momento in cui l’offerta dei medici si è ridotta e la domanda è aumentata, la società è cambiata per cui molti medici sono attratti dall’area metropolitana. Nello specifico per quanto riguarda il Sant’Elia nell’ultimo periodo tutti gli strumenti per reclutare personale sono stati attivati. Per il momento non lo stiamo trovando. Forse la svolta ci sarà nel 2023. Sono stati banditi concorsi a tempo indeterminato con una differenza non banale ma fondamentale visto che rispetto a quelli a tempo determinato attraggono moltissimo i professionisti. Potrebbe dunque essere una chiave di svolta. Poi se debbo analizzare altre situazioni, noi abbiamo per esempio una realtà importante come quella di Gela dove il concetto non riguarda l’attrattività della città, ma probabilmente il fatto che quell'ospedale ha bisogno di fare l’ospedale. Nell’ultimo periodo quell’ospedale è stato tirato per la giacchetta e non parlo del mio management. Perché è il mio management che viene tirato per la giacchetta e questo gli impedisce di lavorare e pensare soluzioni veramente efficaci per il cittadino. Noi dobbiamo essere leali con il cittadino e al cittadino quello che promettiamo dobbiamo darlo. Mi pare che il nuovo assessore alla Sanità, nominato dal presidente Schifani, voglia creare una situazione totalmente diversa. Se le cose si devono fare si fanno, e si devono fare perché c’è una motivazione, e se si devono fare si devono fare bene altrimenti non si fanno”