Pubblicato il: 13/02/2024 alle 11:21
In occasione della Pasqua 2024, per celebrare i 180 anni di fondazione della Diocesi di Caltanissetta
– avvenuta nel 1844 – nel corso del Congresso Eucaristico Diocesano indetto da mons. Russotto, il
Museo diocesano “mons. Speciale”, in collaborazione con la Soprintendenza BB.CC.AA. di
Caltanissetta, propone una mostra incentrata sul mistero dell’Eucaristia, dal titolo “Il dono del Pane.
Venite Adoremus – Preziose testimonianze di oreficeria siciliana”.
L’inaugurazione avrà luogo venerdì 16 febbraio, alle ore 18.30, nella sala conferenza “Francesca
Fiandaca” del Museo diocesano in viale Regina Margherita 29. Dopo i saluti istituzionali del Direttore del museo, arch. Giuseppe Di Vita, e della Soprintendente di Caltanissetta, arch. Daniela Vullo, interverranno il prof. Maurizio Vitella – docente di storia dell’arte moderna all’Università di Palermo – con una relazione sulle Custodie eucaristiche in Sicilia tra Gotico e Rinascimento, e S.E.R. mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, con la riflessione Il Pane Eucaristico… Venite Adoremus.
In occasione della mostra, nelle sale del museo viene esposta una selezione di ostensori in gran parte
provenienti dalla diocesi, e altre opere, disegni, apparati generosamente concessi in prestito dai
parroci e dalle istituzioni che li hanno in custodia o già facenti parte della collezione permanente del
museo. Il percorso espositivo, che si propone come un racconto articolato, include un importante ostensorio architettonico monumentale, realizzato nel 1604 dall’argentiere Nibilio Gagini e custodito nella
Chiesa Madre di Mistretta (Diocesi di Patti).
Gli ostensori monumentali – così definiti per le grandiose dimensioni e per gli apparati decorativi
particolarmente ricchi ed elaborati con elementi architettonici e sculture – erano in uso in Spagna e
nell’Italia meridionale a partire dal XV secolo. Osservando gli ostensori architettonico-monumentali esposti in mostra è possibile comprendere l’evoluzione stilistica dell’arte e dell’architettura in Sicilia tra il Cinquecento e il Seicento, ovvero quell’arco temporale durante il quale le forme allungate del gotico – caratterizzato da guglie, cuspidi, pinnacoli, contrafforti e archi rampanti – cedettero lentamente il passo alle armoniche forme rinascimentali costituite da archi a tutto sesto, colonne classicheggianti, balaustre e cupolette.
Si tratta di cattedrali in miniatura, abitate da statuine in argento, ora con funzione meramente ornamentale, ora con valore illustrativo degli episodi narrati dalle Scritture. Tra il Seicento e il Settecento, grazie soprattutto al clima della Controriforma e all’affermazione dello stile Barocco, si diffuse l’uso degli ostensori a raggiera, così chiamati per via dei raggi fiammanti o lanceolati che circondano la teca di vetro, chiara allusione all'identificazione simbolica dell'Eucarestia con il sole.
Di dimensioni minori e più maneggevoli, gli ostensori a raggiera venivano utilizzati per l’esposizione eucaristica delle Quarantore – in occasione della quale venivano allestite spettacolari scenografie intorno all’altare – e per le processioni, in particolare per quella del Corpus Domini. Il percorso della mostra si rivela dunque il racconto della storia dell’ostensorio, l’oggetto liturgico che essenzialmente significa l’Eucarestia, “fonte e apice della vita cristiana”, un racconto ampio e articolato perché ne narra nei secoli l’evolversi delle forme artistiche, la centralità nel culto e nella pratica devozionale che nel tempo dall’essenzialità originaria arriva alla ricerca di forme di spettacolarizzazione sorprendenti che mirano allo stupore e alla meraviglia.