Pubblicato il: 15/11/2013 alle 10:42
Una lezione fuori manuale, quella che nessun universitario troverebbe mai sui libri. Più da palato, che di formule e concetti. E il docente, nel suo settore, è un accademico a tutti gli effetti. Che è diventato professore per un giorno degli studenti ed ex studenti all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, attenti discepoli dell'insolita lezione di enogastronomia siciliana tenuta da Michele Bonfanti, sommelier di San Cataldo dove è titolare dell'enoteca “Nero D'Avola” che di recente è stata proclamata la migliore in Sicilia, ricevendo il premio internazionale “Gusto DiVino”.
Michele Bonfanti è stato invitato a far da “cicerone” nell'Ateneo lombardo da Carlo Vagginelli, uno studente nisseno che è vicepresidente dell'associazione “Agostini Semper” e che in occasione della 18° assemblea nazionale ha voluto proporre questo evento. Lezione di prelibatezze siciliane dove, ovviamente, erano banditi libri e bloc-notes. Così Michele Bonfanti è stato ospitato alla Cattolica portando con sé i collaboratori Carlo Fichera e Lucia Calà, ma soprattutto un bagaglio di eccellenze dell'enologia, della pasticceria e della gastronomia siciliana. Ovvero i torroni di Caltanissetta, il maiale nero dei Nebrodi, paste di mandorla e altri dolci, senza dimenticare i migliori vini nostrani prodotti dalle cantine in altre zone della Sicilia, in particolare Caltanissetta, Messina, Trapani e nell'area dell'Etna.
“Ho voluto trasmettere ai ragazzi non ciò che propongono le fiction tv spesso in modo distorto, ma una Sicilia reale di qualità, fatta di prodotti tipici e unici”, dice Bonfanti. Prelibatezze che sono state gustate dagli universitari del “Sacro Cuore”, molti dei quali provengono da diverse regioni d'Italia e che Bonfanti ha accompagnato in questo tour del gusto made in Sicily con un calice o con un morso. “Ho spiegato la tipicità di ciascun vino – aggiunge il sommelier sancataldese – perché la Sicilia presenta delle morfologie di territorio differenti e quindi la pianta dell'uva può esprimere un sapore diverso a distanza di cinquanta chilometri”. Le degustazioni dei vini e dei cibi e dolci siciliani, manco a dirlo, sono stati apprezzati dagli studenti della Cattolica. Il palato ringrazia.