Pubblicato il: 10/09/2014 alle 08:59
Molto spesso, con l'avanzamento dell'età anagrafica gli individui possono essere affetti dall'Alzheimer. Di questo disturbo se ne sente parlare molto ma pochi sanno di cosa si parla con esattezza, come riconoscerne i primi sintomi e come approcciarsi con queste persone. La psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale Jenny Vendra, attualmente impegnata all’Associazione Comitato Familiari Alzheimer Onlus, curerà attraverso le nostre pagine una rubrica nella quale chiarirà i principali dubbi e risponderà alle domande che saranno avanzate attraverso la mail della redazione (redazione@seguonews.it) o direttamente allo sportello in Via Luigi Monaco.
Questa settimana si cerca di capire cosa è l'Alzheimer.
La demenza è una sindrome cronica progressiva che comporta un deterioramento delle funzioni cognitive e delle facoltà mentali con la comparsa di ricorrenti perdite di memoria (amnesie): queste inizialmente sono circoscritte a sporadici episodi della vita quotidiana (es. dimenticare cosa abbiamo mangiato o fatto durante il giorno), successivamente divengono generalizzate a significativi fatti autobiografici della vita del malato (matrimonio, nascita figli ecc.), fino alla perdita delle principali conoscenze acquisite. La patologia comporta una significativa riduzione della produzione linguistica: progressivamente l’eloquio del malato di demenza diviene scarno, povero di vocaboli, confuso (afasie) anche per la presenza di agnosie le quali comportano la difficoltà a riconoscere, identificare e nominare persone anche familiari e oggetti prima conosciuti e di uso comune. Nelle fasi intermedie diviene sempre più vistosa la difficoltà nella gestione dei compiti complessi: guidare l’automobile, preparare i pasti, amministrazione del denaro e dei beni familiari ecc. Infine nelle fasi avanzate della malattia chi ha l’Alzheimer sviluppa un grave deficit nei gesti coordinati e diretti, una disturbo chiamato aprassia, che rende difficili operazioni semplici come abbottonare la camicia o allacciare le scarpe: tale aspetto comporta una difficoltà progressiva nella cura e nell’igiene della persona (lavarsi, vestirsi ecc.). Un altro aspetto problematico riguarda le alterazioni comportamentali e di personalità con agitazione, stile relazionale aggressivo, atteggiamenti apatici, ideazione paranoide, appiattimento dell’affettività, stati ansioso-depressivi, perdita di interessi o relazioni significative. Secondo gli studi patogenetici il disturbo insorge a causa della distruzione dei neuroni attribuita all’accumulo di una proteina Beta Amiloide che depositandosi tra i neuroni diventa una sorta di collante che ne ostacola la comunicazione. Inoltre a livello biochimico si registrano anomalie riguardanti l’Acetilcolina, neurotrasmettitore fondamentale per la trasmissione di messaggi tra i neuroni coinvolti nelle più importanti facoltà intellettive. Ad oggi risultano molto comuni le demenze vascolari favorite da fattori di rischio quali diabete, ipertensione, ischemie, traumi cranici mentre la Demenza Senile di tipo Alzheimer descritta per la prima volta nel 1906 dallo psichiatra Alois Alzheimer, sembra coinvolgere dal 2% al 4% della popolazione sopra i 65 anni di età.
Per ulteriori chiarimenti contattare l’associazione (0934.510350) o il presidente Salvatore Buccoleri (0934.575805).
E-mail: vendrajenny@libero.it; cell.328 6580531
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Vedi anche: Alzheimer: dall’esperto le rispose ai quesiti più frequenti