Pubblicato il: 10/08/2019 alle 10:31
La promessa di rivalutazione del capitale poteva toccare anche la stratosferica quota di oltre il 777 per cento della somma inizialmente investita. Sono altri particolari che emergono tra le pieghe dell'inchiesta della guardia di finanza, ribattezzata «Cashback», che s'è catalizzata su un sociale network, «Amicopolis», che avrebbe proposto pacchetti d'investimento, non autorizzati, con rendimenti sulla carta fuori da ogni logica di mercato.
E sulla stessa piattaforma sarebbe stato possibile anche accumulare crediti e acquistare prodotti da commercianti, pure loro alla fine raggirati. Questo, almeno, è quanto ha ritenuto l'accusa che ha segnalato i tre responsabili (assistiti dall'avvocato Renata Accardi) per autoriciclaggio ed esercizio abusivo dell'intermediazione finanziaria. Finora sono qualcosa come 370, ma forse saranno di più, le denunce di truffa presentate nei confronti della «Amicopolis», la maggior parte delle quali attraverso associazioni di consumatori. (Vincenzo Falci, gds)