Pubblicato il: 31/08/2015 alle 10:46
Marco Andaloro, vice segretario del Partito Democratico di San Cataldo, è intervenuto per chiarire alcuni aspetti di una tematica attuale che, a suo parere, è utilizzata come strumento politico.
Si tratta della “teoria gender” che il vice segretario definisce “fantomatica” perché inesistente sia come legislazione politica sia come “teoria” socialmente definita. Il Pd di San Cataldo, invece, ritiene che alcuni esponenti politici creino allarmismo sociale “sfruttando la poca conoscenza sulla materia dei cittadini per raccogliere le firme contro la riforma sulla scuola del Governo Renzi”.
All’interno della legge “la buona scuola”, infatti, è presente un articolo nel quale si valuta la possibilità di inserire corsi mirati “all’attuazione di principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Tale articolo di legge è stato “incriminato”, come ha definito il vice segretario, di essere artefice e velato promotore di corsi all’educazione sessuale precoce .
“Un inutile allarmismo- ha denunciato Andaloro – messo in atto da alcuni professionisti della politica per raccogliere firme contro la “Buona scuola”. Siamo di fronte ad un attacco politico di basso livello, non esiste alcuna “legge Gender”, né alcuna “teoria Gender” è contenuta all’interno della recente riforma.
Nel frattempo presso i locali di tutti i Comuni italiani è possibile raccogliere le firme per il Referendum abrogativo della riforma “la buona scuola” Renzi-Giannini, che comprende una vasta modifica del sistema scolastico.
“Fra le diverse disposizioni da annotare – ha proseguito Andaloro – si include il nuovo ruolo assegnato ai Dirigenti scolastici, quanto le assunzioni di poco meno di 100 mila docenti, e ancora una sempre maggiore autonomia degli istituti e le nuove forme di partecipazione studentesca. Nulla si legge in merito alla “teoria Gender”. Tutto inventato. Non esiste alcuna imposizione in merito ai metodi di insegnamento che, secondo alcuni, saranno basati su materiale pornografico, né è prevista alcuna costrizione nei confronti degli insegnanti ad usare una nuova terminologia o nei libri di testo da utilizzare, né esistono scuole in Italia, Germania o Francia dove si applicano tali metodi”.
A sostegno della sua tesi il vice segretario invita a leggere il parere di Don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola, secondo cui “senza entrare nel merito della proposta politica, per dovere di chiarezza e di correttezza va precisato che la proposta di referendum in questione, pubblicata in G.U. n.165, (…) non ha alcuna connessione con la teoria Gender”.
Gli unici “gender studies” che esistono, ha proseguito il vice segretario Pd, sono quelli mirati a diffondere una nuova ideologia basata sull’uguaglianza sociale fra i generi e tra categorie sessuali. “Ciò può essere condivisibile o meno, ma nulla di tutto questo è presente all’interno della riforma e la raccolta firma al Comune. Questa è la sola e unica verità. Chi può ritenersi contrario alla parità tra i sessi? Chi è contrario alla prevenzione della violenza di genere? Chi è contrario alla lotta alle discriminazioni? Questi sono temi che naturalmente e quotidianamente sono affrontati dai nostri insegnanti perché sono argomenti centrali da più di venti anni di storia italiana.
Siamo dunque di fronte ad una nuova frontiera della caccia alle streghe, che si modernizza e si trasforma, facendo diventare le “minoranze” sessuali le nuove streghe da abbattere e una firma al Comune e le “catene di Sant’Antonio” su Whats App i nuovi metodi di lotta.
Chi fa circolare queste voci – ha concluso Andaloro – non è certamente sprovveduto, anzi, sembra un disegno chiaro da parte di alcuni millantatori, professionisti della politica, e non solo, i quali intendono da un parte screditare l’operato del Governo Renzi, dall’altra infondere terrore fra i genitori, per fini personali o elettorali”.