Pubblicato il: 24/07/2021 alle 08:15
Non sono una no vax. La stessa definizione mi fa rabbrividire. Ma sono una di quelle persone che pure quando prende un’oki comincia a guardare il bugiardino a caccia dei possibili effetti indesiderati. Anche quelli che sono indicati come un caso su un milione. Anzi quelli, i fobici come me lo sapranno, sono quelli che attirano di più la mia attenzione. Poi capita che nella vita di un ipocondriaco arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che il mondo dovrà lottare con una nuova pandemia. Il virus si chiama Covid-19. Figuratevi cosa significa per un ansioso dover scrivere pure le notizie sul Covid-19. Eppure la gente comincia a dirti su facebook “grazie perché ci dai coraggio”. E allora il coraggio ti viene davvero.
Poi si comincia a parlare di vaccino e gli scienziati iniziano a metterne a punto qualcuno. Ci siamo: si comincia con i medici, poi le forze dell’ordine e gli insegnanti. Ed ecco che da buona ipocondriaca inizio a pensare: il covid-19 o i possibili, seppur davvero remoti, effetti indesiderati? Da buona giornalista invece comincio a leggere tanto e da buona cittadina sento il parere dei medici. Il vaccino è efficace, la possibilità di contrarre effetti indesiderati? Rarissima. Lo ammetto l’ho fatto un po’ in ritardo (soffro pure di mille allergie). Vado all’hub vaccinale ad informarmi e mi dicono che nel mio caso dovrò fare l’antistaminico e per essere più tranquilli il giorno fatidico mi mettono anche un agocanula, non sia mai arrivi qualche crisi allergica si preparano per un’eventuale terapia.
La dottoressa Ferrara, del centro vaccinale, è gentilissima, sopporta tutte le mie paturnie (crisi d’ansia compresa). Ecco, mai quanto quel giorno ho scoperto quanto l’ansia possa giocare brutti scherzi. La sera ho un dolore alla mano, la guardo. C’è un punto nel palmo che è gonfio e nero. Tra me e me penso: “Ecco, ci siamo, mi sta succedendo qualcosa di terribile”. Salivazione a zero vado al pronto soccorso covid-19 del Sant'Elia ma ci sono dei pazienti. A quel punto ci pensa una brava infermiera, Barbara Picone, mi tranquilizza immediatamente con le sue parole gentili e subito mi affida a un medico giovanissimo e altrettanto professionale. Si chiama Giorgio Arcarese, soltanto 26 anni ma capace di infonderti grande sicurezza. Mi visita accuratamente e mi fa le analisi del caso. I valori sono perfetti.
Prima che arrivino i risultati i due infermieri Vanessa Pompeo e Andrea Uccellatore si prendono cura di me e mi rassicurano. Morale della favola? Presa dall’ansia avevo stretto troppo il pugno e il livido, seppur brutto da vedersi, con tutta probabilità, me lo sono procurata da sola. Ma una riflessione. Adesso ho fatto la prima dose e posso assicurare a chiunque nutra ancora dubbi o resistenze che nella mia città ci sono persone competenti che si prendono cura delle nostre paure e ci fanno sentire al sicuro.. Grazie alla mia professione ho conosciuto medici, infermieri, operatori sanitari fantastici e da cittadina nissena posso dirmi orgogliosa di loro.