Pubblicato il: 05/05/2014 alle 12:21
Ha annunciato querele contro chi delegittima l'azione di Confindustria, soprattutto sui temi della legalità. Antonello Montante, presidente regionale dell'associazione degli industriali, è stato chiaro oggi a Caltanissetta. “Mi scandalizza che ci siano persone, anche dentro le istituzioni, che tiri fuori illazioni sui giornali”, ha detto Montante che nel suo intervento aveva rimarcato l'impegno di Confindustria nell'affiancare gli imprenditori che – spesso per paura e per diffidenza – hanno denunciato il racket.
“A CALTANISSETTA FORTE AZIONE ANTIRACKET, INCORAGGIATI IMPRENDITORI A DENUNCIARE”
Il leader degli industriali siciliani ha evidenziato l'importanza del protocollo stipulato per accelerare l'iter di rilascio delle certificazioni antimafia e, a proposito dell'accordo sottoscritto a febbraio, ha ringraziato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ma soprattutto il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano “che si è calato nella problematica delle imprese”. Montante, inoltre, ha fatto cenno alla rivoluzione – presa a modello in tutta Italia – partita da Caltanissetta con l'espulsione degli imprenditori associati che pagavano il pizzo.
“Abbiamo rotto un meccanismo a Caltanissetta. La nascita del codice etico nasce perché molti colleghi imprenditori pensano, sbagliando, che denunciare sia un errore. Abbiamo accompagnato molti imprenditori in procura a denunciare i loro oppressori, abbiamo dato il nostro contributo costituendoci parte civile nei processi contro la criminalità organizzata”. Montante ha parlato delle difficoltà che incontrano gli imprenditori, soprattutto quelli che vivono nelle piccole zone dell'entroterra e per questo facilmente avvicinabili dagli esattori del racket. “Spesso trovano ostacolo in famiglia quando c'è da denunciare oppure sono costrette a trasferire la sede legale per non essere avvicinati dai loro compaesani e non subire contaminazioni”.
“BENE IL GOVERNO CROCETTA, ORA MARKETING TERRITORIALE PER RILANCIO SICILIA”
Interpellato per dare un voto sul Governo regionale, il presidente di Confindustria Sicilia ha detto che “sicuramente il presidente della Regione, Rosario Crocetta ha rotto con i vecchi meccanismi, radicati in Sicilia dal dopoguerra in poi. Però adesso serve ricostruire. Per sbloccare – ha aggiunto Montante – alcuni investimenti in Sicilia che rimangono al palo a volte per questioni di natura burocratica, basterebbe istituire un tavolo di regia. Le certificazioni antimafia rallentano senz’altro l’economia ma sono indispensabili perché il mercato era distorto, le attività erano controllate dalle organizzazioni criminali. Le regole sono regole”.
“La Regione – ha sottolineato Antonello Montante – deve fare marketing territoriale. La lotta alla mafia la sta facendo bene. Deve valorizzare tutte le caratteristiche intrinseche del territorio. Dobbiamo concentrarci su turismo, beni culturali, agroalimentare e poi fare rete. Non servono i ponti, le grandi opere. Per il rilancio dell’economia, servono piccole opere”.
Sergio LariLARI: IN CITTA' INVERSIONE DI TENDENZA DOPO L'ERA DI VINCENZO
“Sicuramente dal 2005 ad oggi, c’è stata un’inversione di tendenza rispetto al passato quando a capo di Confindustria c’era un uomo come Di Vincenzo. E’ un’altra storia, è un altro mondo quello di adesso”. E’ quanto ha affermato il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, intervenuto alla firma di un protocollo d’intesa fra Confindustria Sicilia e Prefettura per accelerare il rilascio della certificazione antimafia. “Ci sono state delle costituzioni di parte civile, molti imprenditori in sede processuale hanno puntato il dito contro i loro aguzzini, altri hanno denunciato i loro estorsori. Tuttavia – ha detto Lari – c’è ancora molta strada da fare. Questo protocollo è un ulteriore passo avanti nella collaborazione tra istituzioni e mondo dell’industria”. Ad oggi sono 90 gli imprenditori espulsi da Confindustria da quando l’associazione degli Industriali ha impresso una svolta nella lotta alla mafia.