Pubblicato il: 09/08/2023 alle 11:27
(di Giuseppe Scarpa, La Repubblica) «Ci siamo baciati, lo voglio sposare», aveva confidato ad un amico qualche settimana prima di morire. Da un lato una nobile romana milionaria di ottant’anni, vedova e senza figli. Dall’altro un uomo con la metà delle sue primavere che di legarsi sentimentalmente a lei, a Leonarda Aula, classe 1940, non voleva assolutamente saperne. Ciò che voleva, però, era l’illustre cognome e l’immenso patrimonio: conti correnti da milioni di euro, cassette di sicurezza imbottite di gioielli, diverse assicurazioni a cinque zeri e appartamenti extra lusso in Sicilia. Un tesoro che supera i cinque milioni di euro.
Il piano è andato a buon fine per metà. Il testamento nominava lui, Antonio Spoto erede universale, destinatario perfino del tanto bramato cognome. A scompaginare il progetto ci hanno pensato però i parenti di sangue blu della donna. Diego Prina Ricotti, il cugino, in una dettagliata denuncia presentata dal penalista Luigi Annunziata, ha dato il via ad un’indagine per circonvenzione d’incapace che ha portato ad un sequestro preventivo che ha congelato i beni su cui aveva già messo le mani Spoto.
È un nuovo caso di sugar dating che finisce in procura dopo quello del principe Giacomo Bonanno di Linguaglossa e della modella Tanya Yashenko. In questo caso, però, a ruoli invertiti: Spoto avrebbe vestito i panni del “toy boy”. La “sugar mama” sarebbe stata, appunto, Aura. Ma cosa è lo sugar dating? Il più giovane offre il suo tempo, la sua presenza e la sua attenzione. Il più maturo condivide il suo benessere. Spesso questo rapporto sfocia in un reato, la circonvenzione di incapace. Questo avviene quando la persona anziana è vulnerabile e sola, quindi raggirabile. Sarebbe questo il caso della nobile? Sedotta e ingannata da Spoto, è ciò che ritiene la procura e i parenti della milionaria defunta.
Spoto, come riportato in una minuziosa denuncia, sarebbe comparso all’improvviso, negli ultimi anni della vita dell’ottantenne. Dalla nobile veniva spacciato, tra gli amici, come un parente del defunto marito. La presenza dell’uomo si sarebbe fatta sempre più costante. Aula sognava di poter coronare il rapporto con un matrimonio, un bacio tra i due l’aveva illusa. Lui no, aspirava all’adozione.
Ad ogni modo il caso diventa un giallo quando l’ottantenne muore il 25 ottobre del 2020 a Palermo. Pochi giorni prima aveva manifestato ad un amico l’intenzione di redigere un nuovo testamento di fronte al notaio. Un testamento che forse avrebbe modificato quello olografo scritto di suo pugno l’anno precedente, in cui nominava come unico erede Spoto. A sentire, probabilmente, il discorso in un cui l’anziana manifestava la volontà di ritoccare le condizioni del suo lascito, sarebbe stata la cameriera (non indagata). Quest’ultima sarebbe stata in ottimi rapporti con Spoto. La donna è infine morta senza aver potuto cambiare le sue disposizioni. Il patrimonio è finito così nelle mani di Antonio Spoto, diventato nel frattempo Antonio Aula, nobile, giovane e ricchissimo.